Gelsomino cucina da Chef dopo un Master

…ad esempio, ieri mattina…

Gelsomino riceve una telefonata. Dall’altro capo del telefono la zia gli riferisce che avrebbero avuto piacere di andare a trovarlo in serata. È il momento tanto atteso. Gelsomino aveva seguito tutte le puntate di Masterchef Australia e Masterchef Usa: si sentiva pronto ad usare ogni spezia, ogni tipo di padella e credeva di aver capito tutti gli abbinamenti tra cibi acidi, dolci e salati. La cucina non ha più segreti e finalmente è pronto a stupire i commensali al suo tavolo. Meglio se è la famiglia della zia, che ha un unico pensiero nella giornata: mangiare!

 È la prima volta che può usare l’arte appresa in tv.

 Al supermercato compra di tutto e, quando arriva a casa, posa sul tavolo quattro buste piene di cibo, proveniente da ogni parte del mondo.

Indossa la divisa, assume l’aria da Gordon Ramsey, tipo ricercatore aerospaziale alle prese con un detonatore intergalattico, e si mette ai fornelli.

Fa presto a sfornare piatti coloratissimi e dalle forme più disparate.

Nel farlo mette in pratica ogni lezione o ogni “cazziata” cui ha assistito in Tv.

Cerca di aggiungere la giusta quantità di sale, sapendo che un chicco in più potrebbe essere considerato uno spiacevole affronto al palato degli ospiti.

Provvede ad abbinare acido con basico, dolce con salato e fruttato  con non fruttato.

Analizza i vapori e verifica che si sposino con l’ambiente caldo di casa.

Scruta le verdure cercando di indovinare quale sia la più croccante e la meno armoniosa.

Infine, sceglie i piatti più adatti alla forma del cibo da cucinare, a quella del cibo cucinato ed a quella che potrebbe assumere dopo essere stato masticato.

Non fa in tempo a godere dei suoi capolavori che suonano alla porta.

L’intero pomeriggio è volato come neanche la Misterybox avrebbe fatto.

Accoglie alla porta i parenti e li fa subito accomodare al tavolo. Loro avrebbero voluto fare conversazione, ma il protocollo è rigidissimo. Ogni ristorante di classe deve consentire l’assaggio dei piatti in un preciso modo… non è che si può fare conversazione amabilmente.

 Una volta seduti, Gelsomino comincia.

 – Zia. Questo è un antipasto classico.

– C’è una coda che esce dal bicchiere!

– E’ un gambero annegato nel latte di cocco, dopo averlo nutrito con estratto di Tamarindo. È

  Squisitissimo!

– Capisco.

 – Zio, tu che ne capisci, questo è un primo tipico del sud est asiatico, servito di solito nella stagione dei monsoni.

– Durante i monsoni escono questi cosi neri?

– Oh zio, no. È il tipico riso nero del quartiere Canton di Pechino, che in Vietnam viene cucinato amabilmente durante le feste.

– E questa cosa trasparente, fritta e lucida?

– Spaghetti di soia.

– Uno spaghetto trafilato al bronzo, no?

– Mai! Questo è più vero, più caratteristico e si sposa bene con le spezie usate.

– E quali sono?

– Filamento di Bambù della Cambogia, accompagnato al trifoglio giallo e al dragoncello verde, raccolti da una donna gravida, prima della luna piena.

– Ssssììì…..

– Roberto, tu sarai contento dell’insalata, vero?

– Certo. I pomodori sono sempre buoni e io ne vado matto.

– Tu sì che ne capisci. E sicuramente hai colto le differenze con una normale insalata, vero?

– Ehm… Beh… Credo di sì.

– Lo sapevo. L’olio al limoncello e i quattro chicchi di sale rosa dell’Himalaya fanno sicuramente la differenza.

– Scusa, cugino…

– Dimmi Lucia.

– Così, per sapere. Il dolce l’hai fatto tu?

– Curiosa, eh?

– Come no!?

– Ebbene sì. E’ un semplice crumble al rabarbaro e merendelle, cotte come un soufflé lardellato di pancetta e arricchite da un velo di zucchero soffiato gradatamente  sopra.

– Uao!

– Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto.

 I quattro si guardano, tengono il silenzio e si sbrigano a degustare con piccoli assaggi, come fossero critici culinari.

 Gelsomino è contento. I quattro sembrano così assorti nella degustazione da far pensare che tutto, ma proprio tutto sia piaciuto e studiato.

 Finita la cena, i quattro ringraziano e fuggono verso la macchina.

Gelsomino li osserva dalla porta e, quando accendono la macchina, saluta e richiude la porta alle spalle.

– Finalmente. Se solo Bastianich mi avesse visto all’opera… Mi sa che una cena così la devo rifare quanto prima. Sono tante le ricette da sperimentare!

 N.B.

Notizie di cronaca raccontano che i quattro sono stati ricoverati per una lavanda dopo essere andati alla trattoria da Cipparello e aver consumato tutto il menù a base di trippa, cotiche, pipi salati e soppressate.

 

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