Cassiodoro sviato

La nuova toponomastica di Vibo senza Cassiodoro

La nuova toponomastica di Vibo senza Cassiodoro

 A Vibo Valentia hanno… chi? i Vandali? l’ISIS? ma no, il Consiglio Comunale, il sindaco con delibera 153/2014 hanno levato a Cassiodoro l’intestazione di un viale, e al suo posto l’hanno intitolato alla Calabro Lucana, tratta Vibo – Mileto, manco fosse la Transiberiana. Giuro, se non ci credete consultate il sito del Comune vibonese. Tutti d’accordo, a Vibo, non si è opposto nessuno, nemmeno il glorioso Liceo Morelli, o associazioni culturali, o la Chiesa… niente, tutti devoti delle ferrovie. Cassiodoro, mi si passi il bisticcio di parole, è stato sviato.

 Povero Flavio Magno Aurelio Cassiodoro Senatore! Eppure non fu l’ultimo degli sconosciuti, uno qualsiasi dei tanti che abusivamente si leggono sui muri delle nostre strade. Fu governatore della III Regio Lucania et Bruttiorum (altri tempi, altre Regioni!), segretario e ministro di re Teodorico, poi prefetto del pretorio, cioè primo ministro dell’Italia gotica; difese lo Stato dall’Impero d’Oriente, poi, quando i Goti vennero sterminati, si ritirò, ormai quasi anziano, in una vita di preghiera e studi, aprendo nelle sue terre di Scolacio delle istituzioni di fede e di cultura, facendo copiare i classici latini. Morì, secondo la tradizione, centenario.

 Non fu, come si va ripetendo, un intellettuale prestato alla politica, ma, come un vero romano, un uomo d’azione e di governo che, come Cicerone nelle Tuscolane, si diede alla cultura quando non poté più fare politica. Ed è il primo uomo del Medioevo sia per visione storica (egli crea il concetto di “modernus” come progresso) sia per aver dato il modello della lingua latina medioevale.

 Il suo pensiero politico è la nascita di una nuova nazione, fondata sul cristianesimo, sulla civiltà giuridica e civile romana e sulla forza militare degli Ostrogoti. Teodorico e Cassiodoro, come appare chiaramente nelle Variae, crearono una rete di alleanze con i Visigoti di Spagna, i Vandali dell’Africa, i Burgundi e altri popoli minori germanici per tenere a bada Costantinopoli e i Franchi: nel 507 Eutarico sconfisse in una grande battaglia Clodoveo, e riconquistò la Provenza: “liberandola dai barbari”, scrive Cassiodoro, “e restituendo i cittadini alla sola vera e possibile libertà, quella delle leggi romane”.

 Il fallimento del suo progetto con la Guerra gotica (535-53) sarà, con le devastazioni di quel conflitto, e con l’incompleta conquista longobarda del 568, l’inizio della millenaria crisi politica dell’Italia, ancora non del tutto risolta! Davvero una grande mente politica, Cassiodoro.

 Scrisse molto di teologia, musica, grammatica; e caso rarissimo nella cronaca della cultura qui da noi, organizzò lo studio altrui.

 Insomma, meritava una via, e invece a Vibo gliel’hanno tolta di brutto; manco trasferita, tolta a crudo: Cassiodoro, chi era costui? Mi cadono le braccia.

 A Soverato c’è una strana via Cassiodoro senza abitanti, e costeggia verso il mare e lungo dei giardini l’ex Quarzo ex Comac. Ma quando la intestarono, quello era ancora il cuore pulsante della città. Oggi dovremmo ripensarci, ma tutta la toponomastica soveratese è selvaggia, e ne parleremo un’altra volta.

 A Davoli è onorato molto meglio; a Catanzaro c’è un importante via, ma purtroppo è nota solo per un celebre scandalo degli anni 1980, ancora ripetuto sui giornali come “scandalo Cassiodoro”: ma erano squallidi politicanti di oggi, non illuminati politici del VI secolo.

Ulderico Nisticò

 

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