Abbiamo incontrato il Mister della Nazionale Under 15 Antonio Rocca al termine dell’allenamento di rifinitura in vista della doppia amichevole contro i pari età del Belgio di martedì 17 e giovedì 19 Febbraio che si giocherà al Centro di Formazione Federale di Catanzaro. Gentile e disponibile ha risposto con l’esperienza che lo contraddistingue ed ha colto degli aspetti di non poco conto del mondo calcistico italiano, soprattutto di quello giovanile.
Salve Mister, quali sono i prossimi appuntamenti che vedranno impegnata la Nazionale Under 15?
Catanzaro è il primo appuntamento internazionale che abbiamo organizzato. Seguiranno altri tornei e gare internazionali di rilievo. Tutto questo è posto in essere per preparare questi giovani calciatori ad un calcio importante e far capire loro la dimensione e la professionalità che devono mettere nel calcio che conta. Quando si alzano i livelli, il talento viene messo alla prova ed i ragazzi devono dar prova delle loro qualità ma soprattutto di saperle gestire, che è la cosa più importante.
Quali sono i giovani da tenere sott’occhio?
A dire il vero è un gruppo con una qualità elevata. Il 2000 è una bella annata e questa è solo una parte dei giovani che stiamo seguendo. Tutti avranno la possibilità di vestire la maglia azzurra e confrontarsi con avversari di rango internazionale, per crescere sia singolarmente che come squadra.
Ci sono calabresi?
In questa convocazione no. Siamo partiti con ragazzi che rappresentano l’Italia da Trieste a Trapani, ma purtroppo non sono presenti calabresi. Ci sarà comunque modo di visionare anche ciò che propone questa regione che tanto ha dato al calcio italiano.
Anche all’interno delle rose giovanili delle squadre professionistiche sono presenti molti stranieri. Quanto questo condiziona i valori della nostra nazionale ed il lavoro del Club Italia?
Non parlerei di condizionamento, ma di valore aggiunto se si tratta di naturalizzati, altrimenti è ovvio che tolgono spazio agli italiani. L’Italia rispetto agli altri paesi europei , tipo Francia, Germania, Belgio, Russia, sotto questo aspetto è molto indietro, e ciò solo ed esclusivamente per limiti culturali. Da questo punto di vista stiamo cercando il più possibile di aggregare questi ragazzi, i quali mostrano di avere mentalità e cultura del sacrificio, sono italiani a tutti gli effetti. Basta solo dare loro riferimenti importanti della cultura italiana. A livello tecnico hanno qualità importanti ed è solo attraverso l’integrazione che il livello qualitativo può migliorare sensibilmente. Sotto questo aspetto abbiamo iniziato un lavoro importante e lo portiamo avanti con molto impegno.
Il CR Calabria ha realizzato un investimento importante per la nascita del Centro di Formazione Federale, struttura unica al sud, con due campi in erba artificiale (uno a 11 ed uno a 5), impianto di illuminazione a led, efficientamento energetico e ristrutturazione degli spogliatoi. Quale ruolo potrà avere il Centro Federale per il Club Italia in un’ottica di stages e raduni sul territorio e quanto è importante per il Club Italia poter contare su un Centro affidabile come questo di Catanzaro?
Sicuramente è un punto di riferimento importantissimo. Le strutture federali in Italia sono ancora poche: se guardiamo ad altre realtà europee possiamo vedere come esse siano la base di tutta l’organizzazione. Auspico che centri come quello di Catanzaro possano nascere in ogni Regione: il Centro di Formazione Federale di Catanzaro è senza dubbio un ottimo punto di partenza per avere un futuro migliore. La Federazione sta lavorando in tal senso ed il Club Italia cercherà di usufruirne al meglio, sia per portare i colori azzurri su tutto il territorio nazionale, sia per lavorare al meglio per la crescita dei nostri giovani calciatori.