Pitaro e Tino, se non altro, si curano della rotatoria Ancinale; e del resto non è loro competenza una strada che dovrebbe collegare Soverato e Vibo, e della quale dal 1968 ci viene annunziata l’esistenza, e almeno dal 1994 si vedono, qui e lì, sporadici lavori, compreso lo sperpero di soldi di Argusto e quello della Bretella di Gagliato; e mentre senatori e deputati e consiglieri e altri sindaci e gli intellettuali eccetera tacciono come tartarughe quando fanno due chiacchiere con i pesci a casa delle giraffe, almeno Pitaro e Tino protestano. E si sono riuniti con l’ANAS, ottenendo, pare, assicurazioni sulla rotatoria e dintorni. Meglio che niente.
Però io questa me la segno, e prendo come data oggi, 31 gennaio 2015, festa di s. Giovanni Bosco, per esaminare con i miei occhi se e quando inizieranno i lavori almeno della rotatoria, e, soprattutto, quando finiranno. La storia della Calabria, fin dai tempi del re Italo, è tutta fatta di inizi: è la conclusione che non si vede mai! Ma questa volta voglio far finta di avere speranza. Con il motto ἐλπίδα ἔρχεται (elpìda èrkhete), “la speranza procede” Tsipras ha vinto le elezioni in un popolo di disperati: e più disperati di noi non c’è nessuno, quanto a Superstrada delle Serre. Quando se ne parlò ufficialmente, io ancora dovevo affrontare la Maturità! Poi ho fatto la suddetta, l’università, il 68, il militare, ho promesso (lasciatemi ridere di me stesso) a una fanciulla di Vibo che la strada ci avrebbe uniti di più e non la vedo da trent’anni, ho insegnato, ho scritto libri, ho piantato patate, ho tenuto conferenze, eccetera; e sono andato spesso in bicicletta anche a Chiaravalle, Cardinale, una volta persino a Serra: ma sempre lungo la 182 borbonica, sabauda e fascista, niente Superstrada. Non vorrei doverla percorrere con l’autista perché, ormai più vecchio di Nestore omerico, mi avranno ritirato la patente, nel 2035.
Forse. Intanto il 31 gennaio 2015 me lo segno.
Ulderico Nisticò