Teatro dell’assurdo alla Regione Calabria

consiglioregionale1 Jonescu si sarebbe divertito; in sua assenza, mi diverto io, e scrivo, per ora in sintesi, un dramma di teatro dell’assurdo. Ridete.
Gli attori sono molti;
come in ogni tragedia greca, c’è un coro, formato da sederi piatti di impiegati regionali.

 PROLOGO E ANTEFATTO
Dopo quattro anni di vita misera e inutile e fondi europei non spesi, la Regione di centro(destra) va in coma per la condanna a Scopelliti.
Scopelliti si dovrebbe dimettere, ma impiega tre mesi.
La montagna partorisce il topolino, ed ecco la Stasi chi era costei.
La maggioranza di centro(destra) s’inventa la qualunque pur di rinviare le elezioni, compresa la santificazione di un santo.
Costretti dal governo a pedatoni, quelli di centro(destra) si rassegnano alle elezioni e le perdono clamorosamente, come del resto meritavano.

FINE DEL PROLOGO.

 SCENA PRIMA
Si scopre che Wanda Ferro, la quale, alla peggio, ha pur preso il 24%, non può entrare in Consiglio Regionale per effetto di una legge demenziale.

Coro greco di piagnistei e chi è causa del suo mal pianga se stesso.

 SCENA SECONDA
Wanda Ferro, con un veemente monologo, decide di sporgere ricorso.
Se gliel’accettano, ci lascia le penne uno di centro(destra).

 SCENA TERZA
Fioccano intanto altri ricorsi, tra cui, a sinistra, quello di De Nisi.
Il coro informa che compagno De Nisi è quello che ha portato al dissesto la Provincia di Vibo.

 SCENA QUARTA
Quelli di centro(destra) che potrebbero lasciarci le penne si preparano al controricorso contro la Ferro.
Coro di risate.

 SCENA QUINTA
Metà centro(destra), gli Alfaniani, vorrebbero imbarcarsi con Oliverio.
Oliverio dice di ni?
Oliverio e il coro si chiedono come si fa a contentare nove liste con meno di nove assessori.

SCENA SESTA, O INTERMEZZO
Siamo a Natale, e perciò siamo tutti più buoni. Si canta Tu scendi dalle stelle.

 SCENA SETTIMA
Franco Talarico, ex presidente del Consiglio e trombato dai suoi anche come consigliere semplice, convoca il Consiglio per il 29 dicembre, dopo Natale.
Il coro fa notare che Talarico è come quel cavaliere che andavano combattendo ed era morto. Politicamente parlando.

 SCENA OTTAVA
Il coro lamenta che abbiamo votato il 23 novembre, e oggi, 28 dicembre, non abbiamo la Giunta.
Il corifeo afferma che in fondo aveva ragione Lombroso.

 SCENA NONA
Franco Corbelli, nel suo seicentosessanteseesimo comunicato al TG3 Calabria, chiede che venga nominato un assessore ai diritti civili.
Il coro chiede: Indovinate chi dev’essere l’assessore?
Il coro sghignazza.

 SCENA DECIMA
Coupe de teathre, coupe de teathre.
Un certo Morelli…
Il coro chiede chi era costui.
…un certo Morelli ha la bua, e chiede di rinviare il 29 al più tardi possibile.
Il coro riflette sulla precarietà della salute umana.

 SCENA UNDICESIMA
Il Talarico, sempre più trombato ma presidente del Consiglio, rinvia la convocazione del Consiglio a dopo la Befana.
Morelli, chi era costui?
Il coro canta La Befana viene di notte…

 SCENA DODICESIMA
[Ancora da scrivere, l’aggiungerò, se non succede qualche altra assurdità tutta calabrese, dopo l’8 gennaio]
Il coro intanto ricorda che la Calabria è l’ultima d’Italia per tutto, e quei signori invece di decidere rinviano.

 Ulderico Nisticò

 

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