“Utilizzando gli strumenti dello studioso sul campo, l’esperienza militante del politico e dell’uomo di governo, con la tempra polemica del meridionalista appassionato, si inoltra in un approfondito saggio di storia economica e istituzionale che è anche possibile leggere come un energico e tagliente pamphlet antropologico e sociale che fa giustizia, attraverso inconfutabili dati di fatto e approfondite analisi economiche e istituzionali, dei troppi luoghi comuni vigenti su condizioni e prospettive del Sud” – Mauro Francesco Minervino (antropologo)
Si può uscire da vent’anni di solitudine? Il Sud può essere utile anche al Nord? A queste domande cerca di rispondere il libro di Pino Soriero “Sud. Vent’anni di solitudine” edito da Donzelli, a partire da una serrata ricostruzione dei vent’anni successivi all’intervento straordinario.
Venerdì 5 dicembre, alla Camera dei Deputati nella sede di Palazzo S. Macuto, alle ore 17.00 l’autore ne discuterà con Lorenzo Guerini, Pina Amarelli, Pino Simonetti ed Enrico Wolleb. Il coordinamento è affidato a Francesco Verderami, i saluti a Gerardo Bianco, Luigi Famiglietti e Adriano Giannola, concluderanno Maria Carmela Lanzetta e Gianni Pittella.
La discussione sul Mezzogiorno, che appare oggi una realtà fragile, in ritardo di sviluppo, bisognosa di superare la spirale dell’assistenzialismo e contemporaneamente ricca di energie positive nel territorio e nella società civile. L’intervento pubblico straordinario verso il Sud è stato, nel passato, tutelato come il mezzo per risvegliare l’economia, ma le premesse su cui si basava si sono dimostrate, con il tempo, fallaci. Da più parti si ritiene ancora che il Mezzogiorno-Prometeo, accompagnato per mano dallo Stato, possa finalmente liberarsi dalle catene che lo costringono alla debolezza debolezza strutturale. È questa lettura errata ad impedire un’analisi veritiera della situazione. Come e quando questa parte dell’Italia potrà essere pienamente coinvolta nelle nuove sfide nazionali ed europee indotte dagli scenari della globalizzazione? La ricerca condotta ribalta radicalmente la consueta prospettiva, troppo attenta alla malattia – o alla medicina – e mai abbastanza al malato. Convinto della necessità di discutere con più coraggio, Giuseppe Soriero, impegnato da anni in prima persona sul territorio per promuovere le migliori risorse intellettuali del Mezzogiorno, inchioda la politica locale, nazionale ed europea alle sue responsabilità e propone per il Sud possibili vie d’uscita da un isolamento che non deve essere più vissuto come un destino.
Si avverte l’esigenza di un dialogo culturale tra le differenze, di un rinnovato patto sociale come base di partenza nella proposta di un modello di sviluppo equo, solidale e sostenibile in un mondo sempre più globalizzato che uniforma senza includere. La “relazione” è conoscenza delle specificità, il senso che unifica tutti gli elementi di una complessità che oggi deve essere governata a partire dal valore assoluto del “bene comune”. La crisi del paese ha necessità di essere affrontata e risolta a partire dal rilancio di un meridionalismo attivo e responsabile. Di fronte alla costatazione di una crisi della società che non è solo socio-economica, ma “antropologica” e civile, il saggio di Giuseppe Soriero, rafforza il progetto culturale di un nuovo modello di analisi dei problemi del Sud che traduca in proposta il complesso valoriale della realtà che il Sud rappresenta. Questa appare infatti l’unica via possibile per la creazione di una società del terzo millennio che allontani realmente la disparità e l’ingiustizia sociale, ritrovando quella dimensione di popolo e di cittadinanza consapevole, precondizione fondamentale per proporre e disporre nuovi piani virtuosi e umanizzanti l’economia e lo sviluppo, sul piano nazionale e globale. Il Sud pensato finalmente come specificità propositiva, libero da quelle dinamiche politiche parziali e subalterne che hanno impedito, fino a questo momento, uno sviluppo reale completo ed aggregante della sua società. Le strategie per uno sviluppo integrato che siano in grado di aggregare, devono essere messe in campo dalle istituzioni e dalla società civile riproponendo la questione del Mezzogiorno come vera e primaria questione dell’identità italiana per la rinascita del nostro Paese.