Più esattamente, penultima perché peggio c’è Agrigento. Quisquilie. Reggio ultima o giù di lì, la Calabria, di cui Reggio è la città più grande, idem.
Non sento pianti di dolore, né analisi che contraddicano i dati, né propositi per l’avvenire, né niente di niente di altro. La Calabria è sorridente e muta. Qualche ingenuotto romantico protesta dicendo che la Calabria è bellissima e ci fu la Magna Grecia. Tutti gli altri fanno finta di non leggere, e che il “Sole 24 ore” non sia il più importante giornale economico d’Italia. Qualche neofita del meridionalismo se la prende con Garubbaddo; o scopre che Vittorio Emanuele II era un donnaiolo, il che dimostra che non hanno fatto goliardia, o saprebbero “Rosina… ” con quel che segue, ispirata alla Vercellana Rosa amante del re.
I politici di tutte le salse, assenti ingiustificati.
La Regione, prima responsabile dello sfascio, è colpevole dal 1970 a oggi senza nessuna eccezione di sinistra o destra o centro o misti; Province e Comuni, lo stesso; e non parliamo di USL, ASP, Comunità Montane e forestali. Eccetera.
C’è stata una campagna elettorale in cui questo argomento dell’ultima d’Italia la Calabria non è stato nemmeno sfiorato; tutti, lieti come fossero a Montecarlo, hanno promesso rose e fiori; tutti se ne sono convinti.
E ora? La Giunta di Oliverio, Castrolibero permettendo, dovrebbe darsi da fare. Il governo, prestare attenzione e controllare. I giornali, invece di incensare il potente di passaggio, dovrebbero pungolare e sferzare la politica. La Chiesa, pressare dai pulpiti. Le quattro Università, esistere sul territorio. Gli scrittori no, quelli sono impegnati a ingrassarsi con l’antimafia segue cena.
Succederà niente di tutto ciò. Per l’avvenire, non posso negarlo. Lo nego per il passato e per il presente, con la sola eccezione di chi scrive, Ulderico Nisticò, e firma e ci mette la faccia in tv.
Ulderico Nisticò