«Amo la radio perché arriva dalla gente, / entra nelle case e ci parla direttamente, / se una radio è libera, / ma libera veramente, / piace anche di più perché libera la mente.» Così cantava Eugenio Finardi nel 1976, due anni prima che un giovane ragazzo siciliano dalla voce forte e fatta per essere sentita diventasse una delle vittime della mafia più memorabili.
Questo ragazzo è stato Peppino Impastato, quel soldato della libertà che, pur consapevole del pericolo a cui andava incontro, non si è mai tirato indietro da un impegno attivo e senza compromessi. Negli anni della sua ribellione si servì proprio della radio come mezzo di propaganda per aprire gli occhi alle persone, per urlare al mondo che lui ‘NO!’, a quel gioco di ombre e affari loschi non ci sarebbe più stato.
A distanza di tanti anni, Peppino e la sua storia non vengono dimenticati grazie ai tanti testimoni che con dedizione e speranza si impegnano per mantenerne vivo il ricordo. Primo tra tutti suo fratello, Giovanni Impastato, oggi ospite d’onore dell’incontro con gli studenti del Liceo Scientifico “Siciliani” e dell’Istituto Tecnico Industriale “Scalfaro” di Catanzaro, tenutosi presso la sala conferenze dello stesso ITIS grazie all’impegno in prima persona del Dirigente Scolastico, dott.ssa Teresa Romano. Tra le pareti della sala sono riecheggiate la curiosità e la vivacità dei ragazzi, che hanno partecipato al dibattito in maniera attiva con numerose domande.
Giovanni Impastato si è dimostrato un attento ascoltatore, pronto al confronto e aperto alle idee dei giovani. Nei momenti più spensierati del dibattito, non si è trattenuto nel vivacizzare i suoi interventi con battute ironiche e sorrisi, dietro i quali, chiunque abbia visto il film “I cento passi” di Marco Tullio Giordana, avrebbe certamente riconosciuto l’entusiasmo e la vitalità di Peppino Impastato.
Negli ultimi minuti della conferenza, moderata dal prof. Massimo Iiritano e da Giovanna Vecchio dell’associazione “L’A.R.C.A.” di Montepaone, uno degli studenti presenti in sala ha chiesto a Giovanni se, incontrando tanti ragazzi ogni giorno, egli veda in loro la stessa scintilla di entusiasmo che vedeva negli occhi del fratello. L’inaspettata risposta negativa è stata al contempo un rimprovero e un suggerimento: i giovani credono di vivere in una bolla di ingenuità, che li protegge dalla realtà che li circonda e li rende “intoccabili”. Giovanni Impastato suggerisce loro di far scoppiare questa bolla, diventando protagonisti della loro vita e di non limitarsi ad essere semplici spettatori, ma registi della loro esistenza.
Carolina De Franco
(4I – Liceo “Siciliani”)