Premetto che di tutti gli uscenti non ne avrei ricandidato manco uno, essendo tutti colpevoli di non aver speso i fondi europei, con l’aggravante che siamo in Calabria, ultima in Europa, e bisognosa di tutto.
Peggio, gli assessori: Giacomo Mancini, il più dannoso di tutti giacché responsabile del bilancio e più esattamente dei fondi; Nazareno Salerno, inetto; e gli altri manco mi ricordo chi fossero, tanto furono insignificanti. Siccome beati i monocoli nel regno dei ciechi, almeno Mario Caligiuri i quattro soldi che aveva li ha spesi, a pioggia e senza una strategia e credendo che la cultura sia fatta di poliziotti e giudici, ma li ha fatti circolare: ovviamente, non è candidato.
Qualcuno è stato cacciato, ma dalla magistratura o da faide interne dei loro partiti.
Il risultato, a una prima lettura veloce, è che il prossimo Consiglio sarà ancora più inutile e pernicioso di tutti gli altri dal 1970 a oggi. Unica consolazione è che sarà di 30 e non di 50, ma lo si deve a un altro bel primato della Calabria, il calo demografico!
Come avrete notato, in questi giorni di tutto si parlò – alleanze, trombature, salti della quaglia, ricatti eccetera – tranne che di idee e programmi, del resto due concetti troppo complicati per la classe politica calabrese; e non vi dico di quella intellettuale!
Corollario. Il Basso Ionio catanzarese, o Soveratese che dir si voglia, resterà senza rappresentanza; i suoi abitanti voteranno per Pinco o Palla o Pincopalla, che poi non si farà vedere manco per la Madonna a mare.
Ulderico Nisticò