Urge un Tribunale O.N.U. per la Famiglia

Trattiamo e monitoriamo più le macchine che le persone. Un appello al Sinodo dei Vescovi appena insediatosi sulla famiglia

UNIONI INTERRAZIALI Viviamo in un mondo in cui le macchine vengono generalmente più  seguìte, accudite, monitorate e trattate meglio delle persone. Prendiamo ad esempio le nostre automobili. Primo “tagliando” già dopo i primi quattro anni di vita e poi ogni due anni, senza parlare della normale cura che usiamo loro, pure perché altrimenti non funzionerebbero a dovere e ci lascerebbero a piedi. Invece, le persone vengono un po’ lasciate a loro stesse e le istituzioni solitamente se ne curano (forse e spesso malamente) nelle devianze conclamate. La società internazionale corre e le istituzioni nazionali restano quasi ferme, mentre invece bisognerebbe “globalizzare” pure i diritti-doveri dentro le famiglie. Inoltre, la manutenzione umana e sociale sembra non essere una buona prassi. Prendiamo, ad esempio, l’istituto familiare fin da quando una coppia decide di stare insieme. Cosa fa lo Stato?… Lascia fare, senza  cercare di seguire intelligentemente e amorevolmente, pur senza invadenza, la nascita e l’evolversi esistenziale e familiare di una coppia, tenendo presente come e quanto i tempi siano cambiati.

 Infatti, quando le nostre comunità erano chiuse e pochissimi erano gli scambi con altre zone, un antico proverbio fattasi legge non scritta consigliava “Moglie e buoi dei paesi tuoi” considerando il fatto che in una stessa comunità si sa se una donna è buona da sposare e se i buoi erano adatti ai lavori, dal momento che se ne conoscevano il lignaggio, la genealogia (specialmente salute e provenienza) come il “pedigrée” (documento genetico) degli animali. Adesso, invece, sempre più coppie sono costituite da persone provenienti da paesi lontani e semi-sconosciuti, senza avere le più adeguate informazioni su salute e contesti sociali di provenienza di ognuno. Altro proverbio-verità ci dice che “L’amore è cieco” e, quindi, non si bada, nell’innamoramento, almeno ad alcuni dettagli essenziali che poi, magari, emergono quando la coppia ha affievolito l’ardore che spinge le persone alle unioni matrimoniali o di fatto. E’ quindi necessario “svegliare l’amore” ridandogli la vista!

UNIONI OMOSESSUALI Considerato questo e tanto altro intuibile, l’Università delle Generazioni di Agnone ritiene sia giunto il momento di istituire un Tribunale O.N.U. per la famiglia con diramazioni nazionali, ma con un’unica visione delle cose, specialmente in fase preventiva e poi anche di protezione sociale e giudiziaria, pure in funzione di immancabili cause di separazione e di divorzio. Oggi, in Italia si parla di istituire un “Tribunale della famiglia e per i diritti della persona” (si veda il sito www.giustizia.it) cercando di riunire le competenze del “Tribunale dei minorenni”, del “Giudice Ordinario” e del “Giudice Tutelare”. Ma è un’idea insufficiente in una società che corre a velocità supersonica mentre le singole istituzioni nazionali sono, a riguardo, all’età della pietra. Deve, quindi, intervenire l’O.N.U. (Organizzazione delle Nazioni Unite) per elaborare con il concorso di tutti e per realizzare un “Tribunale della famiglia” sovranazionale e poi anche nazionale che tenga conto principalmente dell’aspetto preventivo, oltre che della prassi esistenziale dei soggetti.

 Ad esempio, i contraenti unionali (matrimoni, convivenze, coppie di fatto, ecc.) siano obbligati a presentare certificati o dichiarazioni giurate varie da conservare in un apposito fascicolo di coppia o di famiglia da riaprire in caso di assistenza sociale o di contenzioso nella coppia. Specialmente quando i contraenti siano provenienti da luoghi diversi e non dallo stesso rione o paese, ogni contraente deve garantire il partner di essere in buona salute o di segnalare eventuali problematiche sanitarie o comportamentali in modo tale che ci sia un’accettazione reciproca oppure un recesso. Quante coppie si separano per difetti gravi di costituzione (malattie ereditarie, ecc.) o per abitudini inconfessate (vizio di gioco. ecc.) e tale unione poteva essere evitata, evitando così anche i drammi delle separazioni, specialmente in presenza di figli?!

 L’auspicabile “Tribunale della famiglia” dovrebbe tenere un fascicolo per ogni coppia da aggiornare continuamente per monitorale singolarmente  e collettivamente marito, moglie e figli per un sano procedere familiare o per interventi là dove ci sia bisogno con sostegni tali da avere famiglie protette e garantite pure per la migliore vita della società e degli Stati. In pratica, è necessario che anche la coppia e le famiglie effettuino un “tagliando” periodico, come si fa con qualsiasi tipo di macchina, ma ancora di più e con maggiore accortezza. Avere famiglie sane già preventivamente e famiglie sostenute deve essere considerato altamente “strategico” per ogni singola nazione e per l’intera umanità, pure per questo dovrebbe intervenire l’O.N.U. che già nella sua Carta dei Diritti Umani aveva tracciato il 10 dicembre 1948 le linee guida “globali” di comportamento. Ovviamente questo della prevenzione di coppia e familiare è soltanto uno dei tantissimi aspetti che un “Tribunale ONU della famiglia” dovrebbe affrontare, ma è pur vero che da qualcosa bisogna cominciare così come per un lungo cammino è necessario muovere i primi passi.

 L’Università delle Generazioni auspica, infine, che il Sinodo dei Vescovi (appena insediatosi in forma straordinaria  in Vaticano proprio per discutere di famiglia) tenga presente le suddette problematiche e che anche la Chiesa Cattolica e le altre Religioni possano contribuire alla migliore conduzione delle coppie (pure coppie di fatto, omosessuali, interrazziali, interculturali e di qualsiasi altra forma) e delle famiglie con figli.

Domenico Lanciano

 

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