Ulissomania inguaribile

ulisse Un diffuso quotidiano regionale pubblica oggi 21 settembre, a pagina 33, un articolo su Scolacium che sarebbe anche serio, se non scivolasse nell’ulissomania, ormai una vera psicosi collettiva della Calabria. Eppure, se l’autrice avesse avuto la bontà di leggere, tra l’altro, il volume “Borgia” della Rubbettino, che si trova in librerie e biblioteche, saprebbe che non solo non c’è alcuna benché minima prova (e vorrei pure vedere!) di un tizio chiamato Ulisse ovvero Odisseo che sia passato da queste parti; ma neanche il mito ne fa alcun cenno, con la sola eccezione di una frase di Cassidoro, in cui però lo stesso si cautela con un bel “legitur”, cioè si legge, dicono… Del resto Cassiodoro non era certo uno studioso di miti omerici, aveva altro per la testa.

 Tutte le altre fonti attribuiscono la fondazione di Skylletion agli Ateniesi, e, secondo il mito, al loro re Menesteo. Ateniesi, ragazzi, mica quelli di Roccacannuccia! Cioè noi, in qualche modo discendenti da Scillezio e Scolacio, siamo parenti di Pisistrato, Solone, Dracone, Milziade, Temistocle, Aristide, Pericle, Fidia, Socrate, Platone, Eschilo, Sofocle, Euripide, Aristofane, Menandro eccetera, come dire due terzi della storia greca e un buon quarto della storia umana. E tutte persone che esistettero davvero e i cui fatti e scritti sono sotto gli occhi di tutti.

 Niente, Ulisse dev’essere, e Ulisse sia! Ci rinuncio: a furia di Ulissi della domenica e ulissomania, finirà che uno di questi anni ci credo anch’io. Sapete com’è, con l’età…

Ulderico Nisticò

 

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