Mentre partecipavo alla Messa di inaugurazione del settenario dell’Addolorata, sono stato colto da un pensiero non peregrino, avendo sentito molte inesattezze o cattive informazioni da più d’uno.
Patrona della città di Soverato è Maria Santissima Addolorata, che è anche patrona della parrocchia di Soverato Superiore. La ragione è che per secoli Soverato ebbe una parrocchia sola, l’Addolorata; e quando nel 1941 venne istituita la parrocchia di Soverato Marina, questa venne intitolata all’Immacolata, mentre la parrocchia di Soverato Superiore conservava la sua antica intitolazione. Perciò l’Addolorata è anche patrona di una parrocchia, ma lo è dell’intera città, e la sua festa liturgica, il 15 settembre, è riconosciuta dallo Stato agli effetti civili; l’Immacolata è festa nazionale.
Soverato ha eletto suo compatrono san Giovanni Bosco, la cui solennità, senza effetti civili, viene celebrata il 31 gennaio.
L’Addolorata è patrona di Soverato “ab immemorabili”, e la venerazione con questo titolo deve avere qualcosa a che vedere con il convento della Pietà, fondato attorno al 1510 da Francesco Marini, e una sorta di casa madre degli Agostiniani Riformati. Da lì proviene la stessa Deposizione gaginesca detta Pietà. È la Madonna dei Sette Dolori, che attraverso la sofferenza di madre diviene Corredentrice assieme al Figlio.
Il popolo di Soverato pratica o praticava altre devozioni. A Soverato “Vecchio” sorgeva una chiesa di Santa Caterina Martire o d’Alessandria; la prima chiesa salesiana è Sant’Antonio; venerazione tipicamente salesiana è la Madonna Ausiliatrice, cui sono intitolate le Suore; l’Annunciata veniva celebrata con una fiera, detta dell’Angelo, oggi più comunemente di Pasqua; importante è la festa di San Gerardo a Soverato Superiore; due feste familiari celebrano san Rocco.
Ma una è la patrona di Soverato, e la stiamo celebrando in questi giorni.
Ulderico Nisticò