Meno male che il TAR esiste. Poi…

regione-calabria1 Pino Pitaro, che è tra gli artefici del miracolo, ha commentato con la vecchia frase “alla fine, ci sono dei giudici a Berlino”, intendendo anche Catanzaro. Quando i giudici prendono il posto della politica, è l’estrema degenerazione: ma se la politica è quella che è in Calabria – anche altrove! – ben venga la dicastocrazia!

 Su sollecitazione di associazioni e avvocati, il TAR ha sentenziato: la Stasi indica le elezioni entro e non oltre giorni dieci (10), altrimenti ci penserà il prefetto di Catanzaro. Salvo altri trucchetti alla Franco Corbelli leader dei Diritti Civili e padrone del TG3, è finito il giochino della Stasi e di Talarico a rinviare, e finisce la connivenza della sinistra… o delle sinistre, quattro e cinque. Dobbiamo andare a votare. Alleluia. Ma votare per chi?

 Eh, se andare a votare fosse la soluzione… Come dire che se uno è malato e le analisi sono brutte, s’illude che ripeterle lo guarisca. Si vota per la Regione dal 1970, e non saprei davvero chi mettere al primo posto nella graduatoria del peggio. Schieramenti e nomi che circolano nel 2014, non sono diversi.

 Che fare? Sfiduciati e disperati sorridono annunziando che se ne resteranno a casa. Ma, per ragioni tecniche, sarà uguale a votare per qualcuno.

 Inventarsi liste, è tardi. Ci doveva essere stato un dibattito serio per anni, da cui ricavare delle idee e delle persone. In Calabria, nemmeno l’ombra e un sussurro, tutti muti, in testa gli intellettuali. Ne spunteranno lo stesso, di liste, ma saranno senza importanza.

 Vincerà comunque una compagine di politicanti di mestiere, sedicenti destra o sedicenti sinistra. O interscambiabili, come si sussurra.

Ulderico Nisticò

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