Epidemia al Comune di Locri e Innocenzo X

locri Il Comune di Locri annovera 150 (centocinquanta) dipendenti, un numero già esagerato; ma di questi pare che parecchie decine siamo finti ammalati, o a ridotta funzionalità; e che anche quando si presentano in ufficio o se ne vanno subito o si girano i pollici senza lavorare.

 Chi lo dice? Forse qualche crudele leghista antimeridionale, qualche lombrosiano in ritardo, o Maroni, o Sgarbi o roba del genere in preda al pregiudizio contro il Sud e la Calabria? Macchè, lo scrive il sindaco di Locri, ricorrendo a pittoresca Lettera a Gesù Cristo: infatti, suggerisce, è stato finora vano rivolgersi alle forze umane, da cui non ha ricevuto soccorso. Alla faccia della cultura della legalità.

 Alcune considerazioni a volo radente:

–        nel Meridione il pubblico impiego è stato adoperato come una specie di ammortizzatore sociale a costi bassi e prestazione d’opera diciamo così non garantita;
–        ogni passacarte è stato un contadino in meno, un artigiano in meno, un operaio in meno; donde il crollo di ogni produzione meridionale, Calabria peggio;
–        un’ideologia da filosofi della domenica chiamò tutto questo “società di servizi”, cioè niente fatica e posteriori comodi sulle sedie;
–        una rete di espedienti, tutti legali (ecco a cosa serve la “cultura della legalità”), ha consentito questo e altro;
–        volenti o no, costretti o no, per caso o no, accorgendocene o no, del sistema abbiamo beneficiato un po’ tutti; e mica solo nel Meridione, a dire il vero;
–        è giunta l’ora di finirla. Se ne è accorto il sindaco di Locri, bravo: quando se ne accorgeranno Stato, Regione, Province, ASP e Comuni?

 Un po’ di storia, che, dicono, è maestra di vita.

 Dovete sapere che alla metà del XVII secolo si contavano in Italia circa seimilacinquecento conventi; in Calabria quattrocentocinquanta conventi maschili, senza contare i femminili. Un santo giorno del 1649 il papa Innocenzo X emanò una bolla che ne chiuse, in Calabria, centocinquanta in un colpo solo; e così moltissimi altri in tutta Italia. Si scatenò la protesta, con una raffica di calunnie che durano tuttora, ma Egli tenne duro, e chiuse. Il papa, mica un bieco anticlericale. Il papa lo sa che “non chi grida Signore, Signore entrerà nel Regno dei cieli”, e che l’abito non fa il monaco!

 Come dire che se a riformare non ci pensiamo noi, ci pensano gli altri, e non certo per i nostri comodi: il sindaco di Locri del 2014, come il papa del Seicento, ha dato il buon esempio.

Ulderico Nisticò

 

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