Francesco è diventato anche S. Tra una trentina d’anni troverà il coraggio, una lettera alla volta, a farci sapere il cognome. Ma gli rispondo lo stesso: via, Francesco S[conosciuto], l’importante è partecipare.
C’era una volta Il lupo della Sila, poi venne Il brigante Musolino, poi girarono anche a Isola C. Rizzuto però chiamarono il castello in un altro modo. Poi venne Angela come te. Tutto il resto, o giù di lì, è mafia. Per carità, la mafia e roba del genere sono un filone stuzzichevole per ogni letteratura e teatro e cinema: romanzo giallo, film polizieschi eccetera. Londra è anche Jack lo Squartatore; Parigi, i Miserabili; Roma, il Pasticciaccio; la Sicilia, Montalbano. Gli Americani, maestri del far cassa con il cinema, hanno ispirato alla mafia una serie epica e tragica, il Padrino; e una più leggera, i Soprano. E siccome essi, gli Americani, sono anche i soli al mondo a parlare male dell’America, una bella raffica di film sulla corruzione della politica…
Sì, certo: ma si tratta del 20, del 30% della produzione, e che convive benissimo con film di avventure, di cappa e spada, di più o meno finto Medioevo, di storia, d’amore, o comici, intimistici, esistenziali eccetera… Lo spettatore vede 80 film più o meno positivi, poi si può permettere anche qualcosa di deprimente o di irritante.
La Calabria avrà anche qualcosa di diverso dalla mafia… evidentemente no, se girano una serie a Tropea, ed ecco i mafiosi; un film sui rifiuti tossici e giudici ammazzati; e questo Anime nere, che sarà senza dubbio un capolavoro, però sempre e solo di mafia, e dopo aver scelto per ambientazione uno dei posti più tristi del mondo.
Tutti gli altri seicentosessantaseimila argomenti umani, sono assenti dall’immagine che, al cinema e nei libri e nelle private conversazioni, dà di sé la Calabria. In Calabria la gente non si ama, non si odia, non si angoscia, non ride, non piange, non mangia, non fa niente di quello che accade nel 99% del Pianeta. In Calabria c’è solo la mafia, o, in alternativa, l’antimafia. Segue cena?
Fecero anche il film Aspromonte, prodotto pietoso: mi sono già espresso a sufficienza, non voglio infierire.
A Venezia invece c’è un film su Leopardi. Quando ne gireremo uno su Cassiodoro, su Gioacchino, su Campanella, eccetera? Un film vero, intendo, non una cartolina e storiella dei cattivi e de buoni. Mai: sventuratamente per loro, non erano né antimafia né mafia. Poi, figuratevi, Cassiodoro fu primo ministro, non stava manco all’opposizione, un perseguitato dal potere… Come lo scriviamo un temino di Seconda Media?
Ulderico Nisticò
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