San Sostene
È interesse di tutti, a cominciare dai diretti coinvolti, che si faccia giustizia nel modo migliore, e, quel che conta, rapido. Dunque, indagini a fondo, eventuali processi, sentenze: tutto il nostro territorio ha urgenza di sapere la verità su San Sostene, oggi tristemente alle cronache.
Io non sono agente di polizia né giudice, non ho elementi né prove in nessun senso. Sono però l’autore di “Il pane di Giuda”, 30 marzo 2013; e “L’incanto della stella”, 21 dicembre seguente; e degli amici e attori e collaboratori sansostenesi in entrambe le occasioni, come in altre, ho avuto solo segni di operosità, fattività, intelligenza e correttezza. Se mi chiamassero a testimoniare, pronunzierei in Tribunale queste precise parole. Per l’amicizia che mi lega al paese, ho fretta come tutti che si giunga a una conclusione.
Riflettiamo però sulle condizioni in cui operano le piccole comunità calabresi, tra difficoltà economiche e inevitabili presenze indesiderate. San Sostene conta 1.300 anime, ma credo molti siano solo residenti all’anagrafe, vivendo stabilmente altrove se non al Nord o all’estero. È divisa in due località separate da 11 km di strada difficile e spesso franosa. Ha un vastissimo territorio in grandissima parte boschivo, con alcune aree di arduo accesso.
Dev’essere un problema anche solo formare delle liste elettorali; e figuriamoci amministrare. L’ottima idea di munirsi di pale eoliche ha portato sollievo finanziario al Comune; ma l’economia reale non è certo florida. Non è inspiegabile qualche ombra.
Forse è l’ora di ripensare l’esistenza stessa di Comuni inferiori a 20.000 abitanti, davvero anacronistici. Ma ne parleremo un’altra volta.
Ora, restando in attesa e sperando che questa sia brevissima, confermo la mia simpatia umana per i tantissimi sansostenesi con cui ho avuto modo di confrontarmi. Se qualcuno è colpevole di qualcosa, paghi di persona, ma si eviti di gettare fango sull’intero paese.
Ulderico Nisticò