Manovre preelettorali e filosofia

Il dio del silenzio, Arpocrate

Il dio del silenzio, Arpocrate

 La diciamo così sinistra calabrese sta dando qualche segno di vita, tra Callipo iunior, Callipo senior, Oliverio e, tra le righe – righe di un libro -, mi pare anche Soriero. Faranno le primarie? Le primarie ufficiali della Stasi, già fallite a giugno? Le primarie interne del PD? E anche queste primarie della sinistra finiranno a ricorsi e querele come per l’elezione del segretario regionale? Beato, canta Lucrezio, chi può assistere dalla spiaggia alle altrui tempeste del mare.

 Bonaccia e calma piatta invece nella sedicente destra, dove non si tengono primarie, non secondarie, non terziarie, non dibattiti, non comunicati, non riunioni, non ricorsi e non querele; e se incontrate per caso uno di cosiddetta destra e tentate di attaccare discorso sulle regionali, vi parlano subito del tempo e dello sbarco di Ulisse. Bocche cucite, dito sulle labbra come il dio greco del silenzio, Arpocrate.

 Alla vigilia delle elezioni… già, quando? Il 12 ottobre? Ciò significa che dovremmo iniziare gli adempimenti ai primi di settembre. Io non ci credo, però, non si può mai dire. Alla vigilia dunque, la sinistra dovrà pur scegliere dei candidati. La destra, senza problemi, aspetterà telefonate da Arcore o giù di lì. Avremo due liste probabili e una, gli stellati, che prenderà un bel po’ di voti inutili. Scommetto anche su una lista di Franco Corbelli con l’aiuto del TG3, ma con la prospettiva di un voto (01), Corbelli.

 Una delle due liste probabili vincerà per forza, per forza uno dei candidati sarà presidente della Giunta con quel che segue.

 Intanto, non si sentono nemmeno i più vaghi accenni a programmi credibili. Esclusi, ovviamente, quelli epocali e che promettono di fare della Calabria la California del Sud e Singapore del Nord, e rinnovare i fasti della Magna Grecia. “E du’ ova”, come dicono a Lucca per la nota della spesa.

 Programmi credibili sarebbero: come spendere i fondi europei; come costringere i passacarte della Regione a lavorare; come ammodernare un turismo rimasto al 1970; come valorizzare i beni culturali; come stendere un piano regolatore regionale dell’agricoltura e trasformazione dei prodotti; come adeguare i trasporti alle esigenze…

 Roba del genere, in Calabria? Queste cose così materialistiche e plebee, nella terra iperuranica di filosofi? Mai: noi abbiamo solo utopie, sogni, viaggi mentali verso i prossimi millenni, poesie sotto forma di politica. E mentre noi vaghiamo tra le nuvole oniriche della nostra superiore cultura ellenica, gli altri, poveri ignoranti leghisti senza antenati pitagorici, s’impicciano di industria, commercio, turismo, strade, artigianato e altre volgarità indegne degli eleatici.

 Sarà per questo che alle ultime europee io ho votato Lega?

Ulderico Nisticò

 

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