Un sacco di rifiuti appeso alla maniglia della porta d’ingresso del Municipio. Davvero un bell’esempio di educazione civica. L’inaudito episodio, peraltro curioso, è accaduto (probabilmente di notte o alle prime luci dell’alba) a Gagliato, piccola comunità dell’entroterra ionico soveratese. Un’azione che, ovviamente, non ha mancato di suscitare stupore. «Si tratta di un gesto che non riesco proprio a comprendere», si è limitato a dichiarare all’agenzia di stampa Daily Press, il sindaco Giovanni Sgro, «anche perché, in questo periodo, il paese è pulitissimo e non vedo alcun motivo che potrebbe indurre un qualsiasi cittadino a una benché minima forma di protesta sul fronte della nettezza urbana. Grazie all’opera di un gruppo di volontariato locale, perdipiù, ultimamente è stato pulito da cima a fondo, rendendolo molto più presentabile di come lo abbiamo trovato». Usa il termine «trovato», Sgro, per un motivo semplicissimo: perché si trova alla guida dell’amministrazione comunale di questo centro soltanto da pochi mesi, ovvero dalle consultazioni elettorali del maggio scorso. E allora? Come spiegare un simile gesto? Quel sacco di rifiuti (che, come mostra la foto – gentilmente concessa dal signor Francesco Apollinaro – ignoti hanno deciso di appendere al portone della sede municipale) che senso può avere? È la domanda che più o meno si pongono tutti, anche se tutti poi si stringono tra le spalle e nessuno – almeno apparentemente – riesce a dare una risposta che non sfoci nel ridicolo. «Cose che accadono a Gagliato», commenta un emigrato di ritorno, citando di proposito un antichissimo adagio popolare del luogo; un proverbio che disapprova il fatto che questo paese sia «nemico di Cristo» da tempo immemorabile «e continua ostinatamente a restarlo».
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