Apologia della 106

SS106 Il solito incidente, spero senza danno a persone, pomeriggio di domenica 27. Ora diranno tutti che la 106 è colpevole, è la “strada della morte”. Se l’arteria ha delle colpe, è in ottima, anzi pessima compagnia.

 La Taranto – Reggio, Statale 106, giunse a Soverato nel 1935. Se passate dalle parti di Scanzano, in Basilicata, ancora potete vedere un vecchio ponte con un enorme fascio littorio sfuggito al politicamente corretto, e una possente X: vuol dire anno decimo di quella che con troppo entusiasmo si chiamò Era Fascista, cioè il 1932. 1935 meno 1932 da 3 (tre): il mio maligno pensiero corre alla Superstrada delle Serre dell’era demosocialcomunista, oggi pidiforzitalia! Altri tempi, altre Ere.

 Negli anni 1930, la 106 era una strada del massimo rispetto. Guardate qualsiasi film americano di quegli anni, ci sono le stesse identiche caratteristiche delle arterie. I ponti, tuttora in pieno esercizio (e che non cadono e non vengono inaugurati due volte!!!), erano il meglio dell’ingegneria stradale.

 Quel che più conta, la strada rotabile era considerata una via alternativa al mezzo di comunicazione principale, che era il treno; o elettrificato, sul Tirreno; o con le automotrici dette Littorine; e ricordiamo anche la Calabrolucana.

 Del resto, la 106 attraversava una costa non ancora abitata: da Crotone a Roccella, per dir questo, c’erano solo Catanzaro Lido e Soverato.

 Quando, negli anni 1950, sorsero le Marine, nessun Ministero, nessun Genio Civile, nessun aquilotto di sindaco si fece vedere la bella idea di chiedere… no, di ordinare di tenere gli insediamenti a dieci, anche solo cinque metri a destra e cinque a sinistra della 106; per poter allargare la carreggiata. E vennero fuori quelle negazioni dell’urbanistica che sono Botricello, Cropani Marina, Catanzaro Lido, Davoli, S. Sostene, Badolato eccetera.

 Quando poi si annunziò, a strombazzamenti mediali, che la 106 doveva diventare niente di meno che E90, era troppo tardi; d’altra parte non c’è un cane che intenda sul serio ammodernare la 106.

 Intanto si sono ammodernate le automobili, e la più scassata delle utilitarie corre a 140/h come niente fosse; mentre quando venne tracciata la 106, si vincevano i campionati del mondo con 110/h.

 Io che percorro molto spesso una parte della nostra strada, non c’è volta che non rischi l’incidente perché il cretinetti di turno, con auto sproporzionata al suo ottuso cervello, deve sorpassare in curva o in mezzo alle case. Vorrei venire a sapere che l’imbecille ha perso una ventina di punti della patente.

 No, non è colpa della 106.

Ulderico Nisticò

 

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