Ricorso: c’è un giudice a Berlino?

Comune Soverato Così disse il contadino prussiano, avviandosi verso la capitale del suo legnoso ma giusto e serio Reame e in cui il re diceva di essere “il primo servitore dello Stato”: andava alla ricerca di un giudice che gli rendesse giustizia. Così noi Soveratesi dobbiamo augurarci che un giudice del TAR di Catanzaro faccia la sua parte a proposito del ricorso presentato avverso il risultato delle elezioni comunali.

 Dobbiamo augurarcelo, perché delle due è l’una, e tertium non datur:

–        o il ricorso è infondato, e bisogna fugare subito ogni dubbio;
–        o non lo è, e bisognerebbe prendere altrettanto subito i provvedimenti del caso.

 Un ricorso non può, infatti, essere campato in aria, fatto di sospetti e dicerie e voci popolari; deve contenere precise argomentazioni, fatti, nomi, luoghi, evenienze; il tutto corroborato da prove e documenti e testimoni. Se dunque fosse fondato, un giudice dovrebbe immediatamente sentenziare che è fondato, con quel che segue.

 Se è infondato, il giudice, a una prima lettura, deve dichiararlo tale, cioè infondato, e dare della sua sentenza la dovuta pubblicità, al fine di sgombrare ogni nube sulla vita amministrativa di Soverato.

 Dirà qualcuno: che scoperta che fa, il prof! ovvio che un giudice debba giudicare…

 Ovvio? Forse nella Prussia del XVIII secolo. Nell’Italia del XXI, come sanno tutti tranne i giudici, cause e processi, soprattutto civili, hanno una longevità da far invidia alle tartarughe, e senza scherzi si parla di dieci e venti e più anni tra invii e rinvii.

 Se dunque il ricorso soveratese dovesse venire trascinato nei quinquenni, è palese il danno che ne verrebbe alla vita politica della città; con lo strascico di pettegolezzi e insinuazioni che immaginate. Abbiamo perciò legittima fretta di apprendere la conclusione dell’iter processuale.

 Come si fa? Entrambe le parti, e i rispettivi avvocati, evitino ogni atto che possa condurre a dilazioni e voli di tempi; anzi pretendano, anche sollecitando la cittadinanza, che tutto sia rapido e risolutivo. Come ciò avvenga, e avvenga nella maniera più veloce, è mestiere del giudice, e faccia il suo mestiere.

Ulderico Nisticò

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