Nessuno di noi è senza peccato da scagliare né la prima né la seconda pietra: io stesso ho votato, indirettamente e a seguito di alleanze, per Pino Nisticò e Peppino Chiaravalloti; e direttamente, a seguito di reminiscenze, per Scopelliti. Dovrei dunque io stesso essere frustato ed esposto alla gogna e pubblico ludibrio.
Ma gli altri… gli altri, uno peggio dell’altro dal 1970 ininterrottamente a oggi. Finalmente il castigamatti Renzi ha mandato un’ispezione, e questa, messesi le mani nei capelli, ha riscontrato illegalità e irregolarità e favoritismi e premi a pioggia… insomma, un ladrocinio legale a vantaggio di una pletora di passacarte e mezzemaniche ignoranti e raccomandati.
Com’è andata? Che dal 1970 a oggi sono stati assunti, attraverso i più complicati marchingegni, gli amici degli amici; e promossi; e compensati eccetera. Alcuni sono all’Aldilà, altri in pensione; altri continuano a fare danno.
Già, non è solo, non è nemmeno soprattutto il mangia mangia; il grave è l’incapacità. Vedete, grandi uomini di Stato e grandissimi condottieri sono stati, nella storia, anche grandissimi lestofanti. Sentite cose scrive Catullo a Cesare: Cesare, mica uno scaldasedie qualsiasi: “Eone nomine… fuisti in ultima occidentis insula, ut ista vestra diffututa mentula ducenties comesset aut trecenties?” Tradotto alla buona: sei stato fino in Britannia perché questa minchia fottuta (Mamurra, detto Mentula) si mangiasse due o trecento milioni”. Sì, ma portò a casa, Cesare, la Gallia eccetera, e fondò l’Impero. Si può anche passare sopra, alla fine. Ma questi illustri signori della Regione Calabria, a che servono? Sanno fare progetti per portare a casa fondi europei? Sanno amministrare, prevedere, stimolare? Sanno almeno approfittare delle intelligenze altrui? Nulla di tutto questo.
Se, infatti, accettassero consigli, sarebbe come ammettere pubblicamente di essere incapaci. Lo sono, ma non possono riconoscerlo, giacché all’ignoranza si accompagna sempre la superbia. Come mai? Perché io riconosco senza vergogna di essere incapace di svolgere un compito di matematica, perché, in compenso, ne so svolgere uno di greco eccetera. Coloro, incapaci di tutto, nulla riconoscono, o si vedrebbe bene quanto sono inutili.
E allora? So benissimo che è impossibile licenziarli. So anche che è inutile sperare che imparino. E allora, che il Governo nomini un commissario, e il commissario cerchi, raschiando il fondo del barile della Calabria, esperti veri e competenti veri e dirigenti veri.
Si resta in attesa di risposte, sfide a duello, querele… Macché, faranno finta di non aver letto.
Ulderico Nisticò