In Calabria la grande rilevanza nella crescita e nelle trasformazioni sociali avvenute non sarebbero state possibili senza il contributo delle donne. Molte di esse si distinguono nella politica, nell’imprenditoria, nella cultura e nel volontariato. Un contributo che va sostenuto e alimentato, favorito e incoraggiato, per il bene comune perché sussistono ancora moltissimi spazi utili a valorizzare il contributo delle donne. In questo “mondo” asfissiato dai problemi, le donne sono sempre state presenti. Le donne calabresi in particolare non portano problemi ma soluzioni, rappresentano una notevole risorsa culturale, economica, sociale e politica per il nostro territorio. Al fine di dare testimonianza concreta delle tante “dimostrazioni” della straordinaria capacità di realizzare eventi sull’“universo femminile” (spaziando dai ritmi musicali alle danze e al teatro per “raccontare visivamente” i percorsi storici vissuti dalle donne) in data 20 giugno 2014 la Pro Loco UNPLI di Gioiosa Jonica, in collaborazione con il gruppo “Progetto Farasha” (composto da dodici donne), propone un’iniziativa originale. Le ragazze insieme ai musicisti realizzeranno uno spettacolo in un “ipotetico viaggio” nelle diverse tradizioni popolari del sud. L’idea nuova sostanzialmente è quella di unire le tradizioni enogastronomiche di Gioiosa Jonica con degustazione e uno spettacolo culturale piacevole. L’intento è di coinvolgere il pubblico attraverso l’esplorazione delle tradizioni popolari, tutte involute dai ritmi “ancestrali” della musica e dal fascino della danza passando attraverso il teatro con i “profumi” della cucina tipica gioiosana. L’evento sarà realizzato in un contesto ambientale suggestivo: l’immensa Piazza Vittorio Veneto definita da molti il “salotto della città”. Essa rappresenta la “porta d’ingresso” dell’antico Borgo poiché é collocata strategicamente sia rispetto al Centro Storico di Gioiosa Jonica, dove sono ben ubicate le vere eccellenze “storiche” del paese, sia rispetto alla Piazza Plebiscito, caratterizzata dal memorabile palco costruito nei primi anni del 1900 e dall’adiacente “Fontana Monumentale Borbonica”, patrimonio storico e artistico risalente all’anno 1822. In posizione dominante si trova il Castello “Medievale” con attorno le antiche case e palazzi nobiliari su cui si trovano portali in pietra. Tra le testimonianze storiche – artistiche meritano particolare menzione le Chiese, compreso il Santuario del Patrono della Città, San Rocco. In quest’affascinante “cornice” ambientale sarà ospitato l’evento che vedrà protagoniste le straordinarie donne del “Progetto Farasha” raffinate interpreti di danza, teatro e balli etnici. Nella piazza sede dell’iniziativa sarà presente un “punto” ristoro che ospiterà i “piatti” dell’eccellenza gastronomica calabrese, caratterizzata da pietanze e “profumi” del territorio. In modo particolare saranno preparate e servite le delizie della cucina caratteristica “gioiosana” nelle antiche “tianeje” di terracotta. Il cibo, in altri termini, diviene punto di unione tra l’autenticità di un territorio e il “visitatore”, sempre più desideroso di proposte genuine, partecipative e strettamente collegate alle specificità del luogo che visita. Anche per questi motivi Gioiosa Jonica si colloca immediatamente tra quei paesi che per tipicità, storia, tradizioni, territorio ha tutte le caratteristiche per divenire, grazie ad eventi che ne promuovano le unicità, meta di turismo. La proposta gastronomica per l’occasione spazierà tra: la succulenta “parmigiana di melanzane alla calabrese”, “peperonata alla gioiosana” o “suriaca ‘nta tianeja”. Naturalmente il tutto accompagnato da buon vino locale e pane casereccio. Teatro, ballo, canto e musica delle diverse culture artistiche meridionali sono le proposte del “Progetto Farasha”. Il gruppo è formato da ragazze provenienti da vari paesi della Calabria, accomunate dalla passione per la danza popolare e per le varie tradizioni dell’Italia meridionale ed è Diretto e coordinato da GIOVANNA SCARFÒ (cantante e ballerina del gruppo, ”TARANPROJECT” di Mimmo Cavallaro e Cosimo Papandrea). Queste ragazze custodiscono ambizioni artistiche, nel ballo, nel canto, nella recitazione e nel suono di strumenti musicali antichi come: tamburelli, tamburi a cornice e castagnole (strumento simile alle “nacchere” spagnole) per sviluppare un evento culturale di ampio respiro. I musicisti, chitarra, basso e percussioni, insieme alle ragazze, creeranno la giusta armonia per appassionare il pubblico allo spettacolo. Gli strumenti musicali utilizzati servono a scandire i ritmi dei balli presentati con le diverse tecniche e strutture dallo strumento. La chitarra, il suono del basso e i ritmi incalzanti delle percussioni, sono fondamentali per la demarcazione precisa dei passi e delle figure delle danzatrici. Durante lo spettacolo saranno esibite danze con coreografie “reinterpretate” nel rispetto delle tradizioni regionali di appartenenza, tutte rigorosamente meridionali (infatti, le colonne sonore attingono, alle tradizioni delle diverse culture popolari). Calabria: tarantella “grecanica – calabrese”; Puglia: “Pizzica salentina”; Campana “tammurriata”. Le ragazze e i musicisti propongono uno spettacolo adatto a un pubblico di tutte le età, con generi musicali “moderni”. Si tratta di un’esibizione teatrale completa, unica e originale nel suo genere, in quanto, pur presentando nella sua struttura riferimenti di testi e canzoni popolari, trae origine interamente dall’estro di ognuna delle ragazze appartenenti al “gruppo”. Il “Progetto Farasha” costituito da poco tempo ha già avuto il “privilegio” di partecipare a manifestazioni etniche di rilievo anche internazionale con partecipazioni in trasmissioni della RAI Nazionale. Lo spettacolo che sarà proposto a Gioiosa Jonica il 20 giugno dalle ore 21,00 comprende, danza – teatro ed è intitolato: “A passo intrecciato”. L’intento é di focalizzare l’attenzione del pubblico sulla figura femminile di un tempo sul fondamentale rapporto antitetico tra schiavitù e sovranità, che ha contraddistinto la donna sin dai tempi più remoti. L’antica Kaulon e la sua storia affondano le radici nella cultura greca, rappresentando per i “Farasha” un valido punto di partenza della ricerca storica sul tema perché fornisce un esempio evidente di potere che si tramanda da madre in figlia, da donna a donna. All’interno dello spettacolo le canzoni tradizionali, i ritmi trascinanti e i balli popolari che faranno da tappeto alla parte “teatrale” dell’esibizione, trattando il “tema” dell’evoluzione femminile e la condizione della donna dai tempi più antichi a oggi, quindi, dall’essere “schiava” all’aver ottenuto finalmente libertà di espressione. Secondo il mito, l’antica “Kaulon” (nel cuore della Magra Grecia), sarebbe stata fondata proprio da una donna, l’amazzone “Cleta”, della quale personalità e vicende (che la videro protagonista), saranno trattate ampiamente nel corso dello spettacolo. Ricordando questa figura leggendaria (che avrebbe sviluppato un potere, tramandato), si chiude il viaggio antropologico – culturale, che il pubblico (attraverso la musica e i balli) potrà apprendere. I canti corali creano la giusta atmosfera definendo tutte le sfumature culturali che la musica ha il potere di esprimere.
“Regine, donne, mogli, amanti, madri… schiave! Storie di donne raccontate attraverso un viaggio immaginario tra le danze del sud dell’Italia. Culture popolari apparentemente così distanti che s’intrecciano, scorrono parallele, si scontrano. per poi ritrovarsi là dove tutto ha avuto inizio… canti e melodie antiche, suoni e ritmi vibranti che accompagnano corpi armoniosi, posture rigorose, occhi sognanti, piedi martellanti, mani poetiche… donne bisognose di esprimere, di essere finalmente libere… ”.
Nicodemo Vitetta