Era il lontano 28 aprile 2011, quando io su queste colonne scrivevo così:
ROMA, ALBA LONGA E L’OSPEDALE DI SOVERATO
Vorrei sottoporre ai lettori, e, perché no, alla campagna elettorale, la seguente piccola riflessione. L’ospedale di Chiaravalle è notoriamente chiuso, restando aperto solo nelle concioni del centrosinistra e del centrodestra, le quali formazioni politiche, pur sapendo benissimo di dire cosa lontana dal vero, annunziavano ad ogni passo salvezza, riconversione, potenziamento, e dico potenziamento di un ospedale che nel frattempo faceva la fine delle foglie del VI dell’Iliade, senza però alcun rifiorire di primavera.
Man mano che un reparto chiaravallese veniva di fatto soppresso, i cittadini della Perla dello Ionio, contenti e felici, si ripetevano tra loro, con Tito Livio, Roma crescit Albae ruinis, ovvero, meno campa l’ospedale di Chiaravalle meglio è per quello di Soverato. E, detto così, pareva anche una bella furbata.
Se non che mi trovavo a chiacchierare con un amico medico e parlavamo di altri amici medici. “Senti, e X?”; risposta: “In pensione da un anno”; “E Y?”; risposta: “In pensione fra un anno”, eccetera. Alla mia domanda: “E al posto di Y, di X”, la risposta era sempre la stessa: “Nessuno”. ora, siccome la matematica non è un’opinione e l’aritmetica ancora meno, io deduco quanto segue: se un reparto ha bisogno, per funzionare al minimo, di un quattro medici e relativo personale, basta che i medici siano tre e il personale uno solo in meno del minimo, e già il reparto esiste ancora in quanto erogatore di stipendi, ma non in quanto erogatore di prestazioni, cioè di fatto è chiuso. In poche parole, l’ospedale di Soverato potrà campare, e stentatamente, altri tre, cinque anni, per infine chiudere del tutto. Nessun politico avrà mai il coraggio di coniugare in alcuna forma il verbo chiudere, anzi diranno tutti che sarà una meraviglia con un reparto Miracoli: ma sarà chiuso.
Si aggiunga che, con la nuova 106 (mica è la sottostrada delle Serre!), Germaneto e la stessa Lamezia sono a due passi.
Che fare? Spero di non dover sentire blateramenti assistenzialistici del tipo “l’ospedale non si tocca” o la bufala che l’ospedale combatte la mafia! Mi piacerebbe che, medici in testa, si aprisse una discussione seria, la quale, secondo il mio modestissimo parere, può avere i seguenti punti di partenza:
- l’ospedale generalista stile anni 1970 non serve più a niente, quando la medicina è in quotidiano sorprendente progresso tecnologico, soprattutto in chirurgia;
- bisogna puntare sull’alta specializzazione di persone e cose; e un reparto di Pronto soccorso di alto livello di personale e attrezzature; con un efficiente servizio di 118 dotato di numerose ambulanze;
- per le esigenze ordinarie, bastano poliambulatori.
Sono curioso di sapere cosa pensano i candidati. S’intende, non cosa pensano della sanità in genere dai tempi di Esculapio; cosa pensino del futuro dell’ospedale di Soverato, possibilmente con qualche risposta a quei miei punti. Astenersi perditempo e quelli che s’infilano nelle discussioni giusto per far comparire il proprio altrimenti sconosciuto nome.
Ulderico Nisticò
Non mi rispose nessuno, né perditempo né candidati. Già, potevano perdere tempo con me, un povero pensionato? Che ne so io, di sanità?
Evidentemente ne sapevo più di loro, se, il 31 maggio, si è tristemente realizzata la mia oscura profezia, e il reparto di Ortopedia non c’è più. E se il reparto di Ortopedia non c’è più, quanto ci metteranno a chiudere anche gli altri reparti? Vedi, appunto, Chiaravalle, eccetera.
La colpa è… già, in Calabria la cosa più importante, la sola cosa importante è scoprire di chi è la colpa. Come se un eventuale dirigente di sinistra non chiuderebbe lo stesso Soverato!
La colpa è dell’evidenza che Soverato non conta un bel nulla, qualche che sia la sua provvisoria coloritura politica. Per dieci anni e quasi altri due i sindaci sono stati di vagamente destra, e il Mancuso, nominato da una Regione di vagamente destra, ha chiuso Ortopedia. La prossima Regione sarà di vagamente sinistra, e un qualche altro Mancuso chiuderà il resto.
Soverato e il vagamente Soveratese non contano nulla per le seguenti ragioni:
- Manca da sempre una qualsiasi rappresentanza, anche uno straccio di consigliere regionale che ce l’hanno tutti. Al contrario, Soverato è campo di caccia per tutti i politicanti forestieri.
- Dal fiume Corace al fiume Alli ci sono meno abitanti di Lamezia, divisi però in ventotto comuni quasi tutti microscopici e di nessuna fama.
- Ogni tentativo di coordinamento politico fallisce in un diluvio di belle parole.
- Il territorio è ininfluente sotto l’aspetto economico.
- Nessuno (escluso me) ha preso coscienza del pericolo che corre l’Ospedale; e tanto meno ha espresso un qualsiasi parere. A cose fatte, temo sia tardi.
- Silenzio parimenti assoluto è stato quello dei medici e &.
- L’opinione pubblica è silenziosa come una tartaruga.
Oggi tocca all’Ospedale, domani…
Bisognerebbe discuterne con serietà e realismo, evitando sproloqui e fughe verso l’infinito delle teorie e dei massimi sistemi. Come si fa a imporre la serietà? Banale: interventi di cinque minuti contati, e al quinto minuto e un secondo, togliere la parola, chiunque sia. E chi non è capace di contenersi, significa che non ha niente di serio da dire e vuol solo dare fastidio. Mi offro come moderatore, e potete stare certi che con me cinque minuti sono esattamente trecento secondi, chiedesse anche la parola Ippocrate in persona.
E provate a rispondere, qualcuno. Sensatamente, vi prego.
Ulderico Nisticò
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