Gli auguri al sindaco Alecci sono di prammatica e sinceri. Ci attendiamo con fondata fiducia che metta mano ai tantissimi problemi della città, eredità di tutte le Amministrazioni, chi più chi meno. Ma siccome le Amministrazioni non scendono dalla Luna, diciamo che le colpe sono anche della mitica gente, che finora è rimasta estranea a ogni dibattito culturale e politico; e ciò, in una città zeppa di scuole superiori e di laureati di tutte le risme, non è segno di ignoranza ma di pochezza d’animo. E invece bisogna scendere in campo, amici di Soverato, pensare, proporre, e, se è necessario, opporsi. Diamo il buon esempio.
S’intende, il sindaco è uno solo, e deve fare il sindaco con la massima autorevolezza e senza interferenze: non aggiungo parole, ma ci capiamo. Tuttavia non può fare da solo, e ha necessità di collaborazione da parte di chi sa e sa fare; ciascuno per la sua parte di competenza.
Ora parlo per la mia. Soverato ha una storia di quattro millenni e patrimonio storico e artistico di tutto rispetto: Tombe sicule; Poliporto; Soverato Antica; la Pietà e le altre opere d’arte della Matrice… e altro che dovrebbe essere noto. Dovrebbe, ma temo che molti, moltissimi dei moltissimi laureati cittadini non abbia mai visto la Pietà; e figuratevi Soverato Antica.
Il nuovo sindaco troverà già pronti dei progetti: Casa della cultura a Soverato Superiore; interventi per Soverato Antica.
Si è già messo mano, con l’associazione CAOS, a dar nuova vita alla Biblioteca Comunale che giaceva dimenticata; con la Rassegna teatrale “Salviamo le palme” si è indicata alla popolazione la via per tornare a teatro a vedere spettacoli di qualità.
Quanto alla socialità, è lungo qui elencare tutte le occasioni di incontro e svago e provocazione culturale che sono state, sotto gli occhi di tutti, organizzate in questi mesi.
Come ciò è stato possibile e come potrà continuare? Come accennavo nel titolo: ciascuno per la sua parte di competenza, e così abbiamo fatto.
Se dunque dobbiamo far teatro, se ne curi chi s’intende di teatro; se cinema, chi s’intende di cinema; se dobbiamo narrare la storia cittadina, ci pensi chi, prima della storia cittadina, conosce a fondo quella generale, e non si perde tra le nuvole; se si deve mettere mano ai resti grecoromani o ai ruderi medioevali, può farlo solo chi è archeologo classico o medievista; se si deve creare una manifestazione sportiva, provveda chi sa di sport; e se una musicale, chi è del settore… Soverato non può scivolare nel dilettantismo generico, se vuole tornare il polo d’attrazione culturale del territorio.
Questo, per quanto mi compete. Sotto tutti gli altri, ciascuno per quello che sa fare.
Ulderico Nisticò