Carta canta… la delibera è senza equivoci: il Comitato Eventi cessa con la fine del mandato del Commissario; chi sarà, faccia quel che meglio ritiene. Alla dott.ssa Rizzo di trarre le conclusioni anche a proposito del Comitato; qui io esprimo delle mie riflessioni personali.
Io dico che la migliore caratteristica di un capo è saper scegliere buoni collaboratori. Buoni collaboratori siamo stati, nel tempo e secondo le diverse funzioni, Renato Alecci, Peppe Chiaravalloti, Paola Grande, Nicola Grenci, Dario Macrì, Nicola Muraca, UN, Maurizio Paparazzo, Pietro Pileci, Tonino Pittelli, Nicoletta Romanò e Pina Sabato.
Siccome circola da un anno una bufala, e qualcuno l’ha ufficiosamente ripetuta in pubblico, è bene chiarire che il Comitato Eventi non rappresentava alcuna associazione o altro, ma ciascun componente se stesso per nomina motu proprio del Commissario. In un primo momento era stata inclusa la Proloco per il suo carattere in un certo senso istituzionale, però l’esperienza sul piano operativo si rivelò infelice ed è stata archiviata.
Le attività del Comitato sono state molte: Notte blu, Di-vino, Natale, Carnevale, Rassegna teatrale e culturale, e quant’altro. Secondo una prassi di intelligente ius condendum piuttosto che di irrigidito ius conditum, il Comitato ha visto allargare le sue funzioni a molti altri problemi: ed ecco la “Pietà” nell’atrio comunale, la Casa della cultura a Soverato Superiore, la Biblioteca Comunale, il Video pubblicitario…
I componenti il Comitato esistevano già prima, ed esisteranno, a Dio piacendo, dopo; e ciascuno per sé o assieme continueranno a creare teatro, cinema, libri, manifestazioni eccetera, con o senza il Comune. Se con, è meglio, ovvio; se no, si va avanti lo stesso.
Maria Virginia Rizzo, dovunque la porteranno i suoi compiti di funzionario ministeriale, è ormai una di noi. Poteva limitarsi a passare carte, e nessuno l’avrebbe rimproverata. Si è innamorata di Soverato, e, siccome l’amore si fa in due, si vede che Soverato, con tutti i suoi difetti e limiti, un po’ se lo merita. La ringraziamo per quanto ha fatto, ed è stato moltissimo; e per come l’ha fatto, che ha un valore morale altissimo.
Ulderico Nisticò