Venendo, nel pezzo di Vito Loprieno, chiamato in causa per nome, e se tacessi parrebbe silenzio assenso, è bene che precisi i tempi della vicenda, chiarendo i quali chiarirò in buona parte anche i fatti.
Nel dicembre del 2013 la ditta Bova Gronde, in cambio di uno spazio pubblicitario, assumeva l’impegno di rimuovere a sue spese la fatiscente copertura del sottopasso, e a questo assolveva entro pochi giorni.
Si tenevano intanto incontri con alcuni amici, tra cui Vito Loprieno, e questi esprimevano l’intenzione di intervenire nella ristrutturazione e valorizzazione del sottopasso. Se ne parlava più volte, e, un paio di mesi dopo, veniva anche vergato un interessante progetto secondo le regole dell’arte, e presentato al Comitato Eventi.
Alla data del 30 aprile 2014, quattro mesi dopo i primi incontri, nulla era avvenuto di concreto, come è possibile riscontrare a vista. Intanto io – questa è una nota mia – avevo insistito più volte presso gli amici suaccennati, ricevendo sempre entusiastiche assicurazioni verbali, ma solo verbali.
Tutto questo avveniva, o, più esattamente, non avveniva, entro il 30 aprile, cioè quando ancora sul Lungomare non c’era alcun gazebo; e quando gli amici in parola venivano sempre accolti nelle riunioni di Comitato Eventi.
La presenza di strutture sul Lungomare potrebbe, a detta di Vito Loprieno, forse spiegare quanto avvenuto, o piuttosto non avvenuto, nel mese in corso; ma non la mancanza di interventi entro il 30 aprile, che a me restano inspiegabili, forse perché poco informato nonostante molti colloqui diretti o indiretti.
Ecco dunque che le date possono aiutare a ristabilire la verità.
Ulderico Nisticò
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