Renzi, i fondi e Gioia Tauro

 Matteo Renzi, che è il presidente del Consiglio, ha detto che tornerà in Calabria ogni tre mesi per vedere se e come sono stati spesi i fondi europei. Tradotto: in Calabria non sono stati spesi i fondi europei. Fin quando lo dicevo solo io (solo io, in tutta la Calabria) potevate anche far finta di non aver letto; ora che lo dice Matteo Renzi, che è il presidente del Consiglio, spero ci vogliate credere.

 In Calabria non sono stati spesi i fondi europei, e ciò non da quando è presidente Scopelliti, ma da quando era Guarasci (1970), fina a oggi che è presidente Scopelliti con vicepresidente Chilhavista. In Calabria non sono stati spesi i fondi europei perché i funzionari sono degli incapaci, e i politici peggio; e politici e funzionari non solo sono senza idee, ma anche senza l’umiltà di chiedere a chi ne ha. Chiaravalloti nominava consulenti i vicini di pianerottolo, ma stiamo ancora ridendo. Scopelliti per promuovere la Calabria ha messo in giro una porcata come “Aspromonte”, incasso, nel 2012, 1.950,00 euro; nel 2013 e 14, zero. Eccetera.

 Renzi ha minacciato di commissariare le Regioni inadempienti: sappia che in Calabria non si minaccia mai invano; e nemmeno in Toscana: lo chieda a Mosca dei Lamberti, il quale, quando propose di fare la festa al Buondelmonti, se la cavò con un bel “cosa fatta, capo ha”. Non minacci, Renzi, commissari.

 Un poscritto. Matteo Renzi, che è sempre il presidente del Consiglio, ha detto che le navi non attraccano a Gioia Tauro perché a Gioia Tauro manca tutto, a cominciare da strade e ferrovie. Bravo, Renzi: anche questo l’ho detto io e solo io, che Gioia è una gru e non un porto. Un porto è un posto dove i marinai scendono a terra, entrano in una bettola malfamata, si scazzottano con quelli dell’altra nave, poi fanno pace e giù vino, infine tutti frequentano piacevoli luoghi… Niente di questo, a Gioia Tauro, solo delle gru.

 Ora speriamo che non siano solo bei discorsi in campagna elettorale. Comunque, se ha bisogno di altri consigli sulla Calabria, Renzi, noi siamo sempre qui.

Ulderico Nisticò

 

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