Tutti i partiti in lizza hanno dei candidati meridionali, e, di tanto in tanto, persino parlano di Meridione, ovviamente annunziandone l’imminente riscatto e promettendo giustizia sociale, progresso, turismo, strade, lotta alla mafia segue cena, cene anche per altri motivi, aeroporti, eliporti, porti, industrie, commerci, agricoltura, posti, posti, posti, posti, posti… e du’ ova, dicono con amaro spirito in Toscana. Non si può dire che il Sud sia dimenticato, accidenti! I Meridionali andranno a votare a battaglioni affiancati come fanno dal 1860 senza eccezione alcuna, e voteranno per i partiti nazionali che avranno promesso le uova. Un movimento, un partito, una riflessione, una proposta… mai. Se, dal 1860 a oggi (ci sarebbe l’eccezione fascista, ma ve ne parlo un’altra volta), ne compare una, è sempre una proposta centrosettentrionale, cioè di applicare al Meridione il modello Milano e Torino, con i ben noti fallimenti dei carrozzoni demosocialisti degli anni 1970 con la connivenza di PCI e sindacati, fonte inesauribile di corruzione dei colletti bianchi con laurea, e, marginalmente, di mafia scannacapra.
Manca un pensiero meridionale serio, a parte che ogni tanto spuntano “pensieri meridiani” che si rivelano essere la nobilitazione retorica e fasulla del posto alla posta.
Manca un ceto intellettuale che sappia parlare di cose concrete e tangibili e non di fughe verso l’infinito e utopie poetiche. Per esempio, ormai il Sud brulica di università, e solo in Calabria ce ne sono tre e mezza: e mai che un’università, e nemmeno un chiarissimo docente singolo, abbiano espresso un qualsiasi parere non dico politico, ma nemmeno tecnico. Non sta bene, poi magari ti guardano male e non riesci a sistemare in cattedra il figliuolo.
Mancano scrittori che non siano o interessati piagnoni degli emigrati o antimafia segue cena e segue film. Manca un cinema, un romanzo, un teatro decenti… Il solo film sostenuto dalla Regione fu quella negazione di trama e dialoghi e recitazione che è “Aspromonte”. Perché tutti i Meridionali (esclusi i presenti) sono furbi, e hanno capito che per campare bisogna applicare alla grande il “chiagn’e fotte”, ovvero, alla soveratana “pijji pisci e jestimi”: lamentele, finte lotte tipo la Canale che poi l’arrestano, finta religione buonista e sincretistica…
Manca uno studio serio della storia meridionale, ma o si pubblicano mattoni illeggibili e scientifici sul nulla, o dilagano Aiace, Ulisse e i cavalieri bruciacchiati sia semplici sia federiciani! Gli odontoiatri fanno archeologia e filologia greca sotto le telecamere ossequiose del TG3. Le bufale si chiamano ipotesi, nella più becera ignoranza del significato del termine.
Tutte queste carenze e molte altre faranno sì che fino al 25 qualcuno parlicchi di Meridione allo scopo di piluccare voti, dopo il 25 tornerà il silenzio fino alle prossime elezioni.
Quanto al nostro territorio, esso non è la Cenerentola, ma la cameriera di Cenerentola; e mica solo di fronte all’Europa, anche di fronte a Italia, Calabria e provincia di Catanzaro. Le cronache recenti dimostrano che è, politicamente,un terminale di telefono anche notturno. I fatti, che non conta nulla di nulla a Catanzaro, figuratevi a Bruxelles.
Buona fila ai seggi, sognanti amici.
Ulderico Nisticò