Il TG3 Calabria dedica dieci minuti a un rispettabile medico di Palmi con ubbie di grecità; da cui impariamo che a Palmi arrivò l’arco Aiace Telamonio in quanto c’è una località che si chiama Arcuraci: ovvio, un luminoso esempio di etimologia della domenica con reminiscenze di liceo. Non contento, però, il sanitario tira fuori anche l’orso e il leone e Omero, e, di ipotesi in ipotesi, arriva ad Oreste che però il giornalista del TG3 chiama Prometeo solo lui sa perché. Il medico non nomina Ulisse, ma il giornalista si arrampica sugli specchi per farglielo dire. Bum!
Bene. Dopo la bufala di Ulisse a S. Eufemia e a Tiriolo, quella di Ulisse a Copanello, quella di Ulisse a Nardodipace, quella di Ulisse alla Ravaschiera; dopo la bufala dei templari a Cirò, a Montauro, a Umbriatico, a Gerace e aiutatemi a dire; dopo la bufala che s. Gennaro è nato in Calabria; dopo la bufala delle apparizioni della Madonna come fosse niente, eccome un’altra: Arcuraci, arco di Aiace. Non fo per dire, ma l’eroe nell’Iliade appare armato di tutto punto, tranne che di arco. Ma che volete che sia, l’Iliade, di fronte a un medico di Palmi e a un giornalista del TG3 Calabria?
Popolo di bufalari! Provate a raccontare la storia vera e documentata e ragionata, in Calabria non vi fila nessuno; provate a spiegare che gli Inni omerici non sono certo di Omero, cosa che si trova su tutti i libri di letteratura greca tranne quello sul quale ha studiato il medico! Provate, e cadete nel vuoto più totale.
Ragazzi, siamo dei bambinoni. I medici giocano al piccolo archeologo e al piccolo filologo; e le signore, sotto l’ombrellone, giocano alla dottoressa e vi ordinano medicine.
Ci sarà un motivo per il quale la cultura calabrese è, come tutta la Calabria, ultimissima in Italia e in Europa: c’è, ed è l’assenza di metodo. Mi cadono le braccia.
Ulderico Nisticò