La storia è questa. Pietro, noto proprietario di una rivendita di giornali e tabacchi posizionata sul corso di Soverato, da qualche anno si è inventato un simpatico esercizio di ironia: cambia i richiami dei giornali, modificandoli alla politica cittadina. “L’esercizio” è divenuto una abitudine piuttosto seguita a tal punto che si arriva a passare apposta dall’edicola per leggere il titolo del giorno. Personalmente, scendendo ogni mattina dal passaggio a livello per andare a scuola, non manco mai di buttare l’occhio e vedere qual è la burla giornaliera. All’inizio i quotidiani hanno storto un po’ il naso, ma col tempo si sono accorti del senso dell’ ”esercizio” e che questo, poi, incuriosiva i lettori a scoprire il vero richiamo di notizia del giornale. Certamente molti di noi ricorderanno quanto abbia fatto quel settimanale irriverente ed anche parecchio dissacrante come IL MALE.
L’altra sera l’edicola è finita su Striscia la Notizia. In particolare nello spazio di Militello, il giornalista che evidenzia striscioni e similari ironizzanti su personaggi del calcio. L’attenzione di Striscia si è soffermata su un gioco di parole usato dall’edicolante. Anzi sulla sostituzione di una lettera. Al termine “elezione” è stato sostituito quello di “erezione”. In sostanza ne derivava una burla che grosso modo lasciava intendere che in quella ipotesi le “erezioni” a Soverato sarebbero state senz’altro vinte da Rocco Siffredi che certamente sarebbe sceso per costituire una propria lista. Un richiamo di giornale certo dissacrante e neanche tanto scandaloso ( lo scandalo è il dissesto del Comune, e magari anche l’inopinata “scesa in campo” di candidati, giubilati per altri in virtù o a causa di accordi dell’ultima ora. Come a dire che non esiste un progetto politico laddove si può cambiare d’un colpo chi è stato annunciato come sindaco).
Cos’è accaduto? Che il richiamo del giornale era “targato” Gazzetta del Sud. E che quelli della Gazzetta del Sud a vedersi coinvolti a livello nazionale su una questione di “erezioni” anziché di “elezioni” non l’hanno proprio digerita. Così per “punizione” hanno sospeso l’invio del giornale all’edicola e pare vogliano anche procedere per vie legali. Insomma, si sono proprio incazzati.
E’ plausibile che l’editore si sia risentito. Un po’ meno la reazione. Sarebbe bastata una solenne tirata d’orecchi e la minaccia di possibili sanzioni, se proprio la Gazzetta non voleva essere coinvolta nell’esercizio dell’ironia. Diciamo che è come se, vivendo oggi Giuseppe Parini, maestro dell’ironia con la sua opera IL GIORNO, nella quale prendeva letteralmente per i fondelli la sciagurata aristocrazia milanese della metà Settecento, venisse licenziato in tronco dall’editore cui spettava la pubblicazione del suo scritto. Certo, Pietro non è il Parini, ovviamente, ma l’uso dell’ironia è stato punito.
Pietro ha fatto, in questi anni, una cosa molto intelligente. Qualcuno potrebbe sembrare che al proprietario di una edicola non vengano in mente cose intelligenti. O che una persona che non è ricca di titoli accademici non sia capace di idee brillanti. In verità è che Pietro (e chi con lui) ha avuto una idea dirompente nel modello retorico e culturale di questo paese e più in generale di queste lande, dove un colpo di tosse diventa una roboante cascata di meriti. Pietro ha fatto uso dell’ironia e la applicata con estrema semplicità laddove poteva farlo e ciò ha rappresentato una idea, un movimento dell’anima, del pensiero che non deve necessariamente costituirsi solo di corposi trattati. Queste “edicole” sono diventate un fatto di “costume”.
Ora, se quelli della Gazzetta del Sud non vogliono essere involontariamente coinvolti in questi “esercizi” è anche giusto che non lo si faccia… ma per la miseria… basta dirlo! La reazione è spropositata, sebbene non debba essere certo io a misurarla, mi limito ad una mia, del tutto personale, valutazione.
In ogni caso, io sono un cittadino libero e pensante, di conseguenza posso anch’io avere delle reazioni. Quindi, se la Gazzetta del Sud sarà così intransigente… io sarò intransigente con la Gazzetta del Sud. Cosa vuol dire? Semplice. Non la comprerò più. Reazione esagerata? Può essere. Immagino che starete già pensando che a quelli della Gazzetta non gliene potrà importare proprio nulla che lo scrivente non acquisti più il loro quotidiano. Però… il mio ragionamento è anche un altro. E se, coloro che sono amici di Pietro, simpatizzanti, semplicemente solidali o più in generale coloro che amano l’espressione del libero pensiero… non acquistassero più la Gazzetta del Sud?
E’ un modo molto civile di manifestare il proprio dissenso.
Francesco Raspa