Soverato – Avevo ragione io!

Un bell’esempio di Babele soveratese

Un bell’esempio di Babele soveratese

 Ragazzi, non c’è niente di peggio che aver ragione quando si fa una profezia di sciagura, e quando la si vede perfettamente realizzata. Ho scritto e detto che la situazione politica, morale, sociale di Soverato rendeva inutili e dannose le elezioni, e urgeva rinviarle almeno di un anno, e intanto sperare che un minimo di dibattito conducesse le menti a qualche buona idea e di programmi seri e di persone. Con gravissima scortesia anche personale, della quale mi ricorderò, nessun esponente politico ha avuto la buona educazione di rispondere. Eh già, che sono io, il povero Ulderico Nisticò, di fronte ai geni della politica cittadina e ai loro genialissimi punti di riferimento a Catanzaro a Lamezia a Reggio?

 Ed essi si diedero alle congiure notturne, alle riunioni di balcone e di loggia, ai salti della quaglia di giorno e sotto le stelle, e, avvicinandosi il fatale 25 aprile, nessuno di loro disse una virgola su come volesse affrontare tutti o qualcuno dei problemi di Soverato: nessuno ha sussurrato una mezza parola sul dissesto, sul turismo, sulla spazzatura, sulle fogne… su niente di niente, hanno solo trascorso riunioni oscure alla ricerca di chi portasse più voti in grazia di parentele, comparaggi e cappucci. Il PD svergognava, con altrettanto pessima educazione personale, quattro o cinque rispettabili nomi di cittadini, tutti dati per ufficiali, l’ultimo anche munito di locandine abusivamente affisse sui manifesti della Rassegna teatrale! I partitucci di centrodestra, alfaniani o berluschiani che fossero, hanno limitato la loro attività a restare vicini a un telefono per ricevere ordini da Reggio, da Lamezia, da Catanzaro: alla fine, ebbe la meglio Lamezia.

 La tragedia che incombe su di noi, o cittadini di Soverato, è che uno dei candidati vincerà, vincerà per un solo voto, e diventerà sindaco, e si porterà dietro dei consiglieri, e nominerà degli assessori secondo le telefonate da Catanzaro da Lamezia da Reggio, e cadrà tra sei o dodici mesi; e saremo commissariati ancora, e certo non avremo la fortuna di un’altra Rizzo che s’innamori di Soverato, e che trovi chi lavori con lei per la città. Verrà un onesto burocrate e passacarte, un qualsiasi inoffensivo e grigio monsù Travet.

 Avevo ragione io, purtroppo; e anche questa volta avrei mille volte preferito aver torto.

 Ma le leggi… Sciocchezze, ragazzi. Le leggi, diceva Giolitti, con i nemici si applicano e con gli amici s’interpretano. Se una ventata di buon senso avesse pervaso Soverato, e fossimo andati tutti dal prefetto a dire che gli restituivamo i certificati elettorali infiocchettati, voglio vedere, le leggi! E invece, ci toccherà votare, e uno dei candidati, per un voto solo, diventerà sindaco… vedi sopra.

Ulderico Nisticò

 

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