Montepaone – Riuscito convegno “Viaggio fra i nuovi poveri”

Chi sono i nuovi poveri? Di questo importante tema si è discusso in un riuscito convegno organizzato dall’Associazione di Volontariato “Ramo di Speranza”  presso la sala  consiliare del comune di Montepaone. L’iniziativa è stata moderata dal giornalista Fabio Guarna che ha coordinato gli interventi del sindaco di Montepaone Franco Froio, di Don Roberto Celia, vice direttore Caritas diocesi Catanzaro – Squillace, di  Maria Teresa Napoli, referente aziendale e coordinatrice organismo immigrazione ASP Catanzaro,e di Paola Macrina presidente dell’associazione “Ramo di Speranza”. . “Ma chi sono appunto questi nuovi poveri?” è stata la domanda che ha fatto da leit motiv ai vari interventi. Si tratta di persone insospettabili,vicini di casa,persone normali che da un giorno all’altro hanno dovuto,loro malgrado fare i conti con licenziamenti,cassa integrazione,disoccupazione forzata,uno stato di precariato che allunga ombre inquietanti sulla vita di persone che solo qualche anno prima mai avrebbero pensato di fare parte di questa nuova categoria. La povertà delle famiglie italiane in questa difficile congiuntura economica è in grande aumento, basti pensare che dalle poche centinaia di famiglie assistite si è arrivati oggi a diverse migliaia costituite anche da piccoli imprenditori, professionisti, giovani laureati e poi immigrati costretti ad abbandonare la propria terra, la famiglia e spesso la loro identità, alla ricerca di un futuro migliore che, troppe volte si rivela solo una pura illusione.rs1 L’intervento del sindaco Froio,si è incentrato  sulla reale situazione socio-economica  di persone che oggi non riescono a fare quadrare i conti e avanzano giornalmente richieste di aiuto con dignità. “Legittimo chiedere e legittimo dare risposte” ha evidenziato Froio. Don Roberto Celia, nel suo intervento ha invitato i presenti all’impegno:  “come cristiani e come uomini – ha detto – siamo chiamati a vivere un’ etica del lavoro e, quindi, a vivere la ricerca del non fermarci “all’assistenzialismo” verso il povero, ma a promuovere la crescita dell’uomo. La difficoltà dell’educazione, – ha proseguito – purtroppo, sta nel riuscire a far comprendere che “il tutto e subito, non è educativo”. E’ indispensabile valorizzare, innanzitutto, la “dignità” del povero. Anche i bambini, come le persone anziane,  infatti hanno bisogno di sentire che è festa, non basta il pane, pasta o riso, hanno bisogno anche del “regalo”. Quel regalo che non è necessariamente un bene materiale ma spesso è l’attenzione che dobbiamo loro come può essere una telefonata, una visita, una chiacchierata.  Per Maria Teresa Napoli, “ dovremmo fare tutti di più;  non  solo per quel che riguarda le persone immigrate ma in generale  per tutte le persone povere…poco interessa se italiane o straniere. Dobbiamo smettere  di pensare  che siamo i padroni del territorio solo perché siamo nati qui”. Paola Macrina, Presidente del “Ramo di Speranza” descrivendo brevemente  la principale attività della propria Associazione (Centro Raccolta e Distribuzione Vestiario) ha sottolineato come, in questi sei anni di vita, sia cambiata la tipologia di utenza che si rivolge a loro per la fruizione di vestiario ed accessori per l’infanzia: sono aumentate significativamente le famiglie italiane  spesso costituite da un solo genitore o comunque famiglie monoreddito, con più figli e soprattutto con lavori precari, che a fatica riescono ad arrivare a fine mese e per le quali questo genere di aiuti costituisce spesso una boccata di ossigeno.”. “Fare volontariato diventa, così, per noi, – ha precisato Paola – un’occasione per incarnare nella quotidianità lo stile evangelico dell’ascolto e della condivisione”. L’obiettivo fondamentale che ci  si propone perciò, è quello di promuovere, riconoscere e tutelare i diritti delle persone in difficoltà attraverso progetti di aiuto  possibilmente condivisi con le altre realtà del territorio che rivolgono un particolare “SGUARDO” all’altro nella sua globalità e unicità. Questo è stato l’intento con cui si è concluso il convegno: divulgare le “buone prassi” presenti sul territorio, al fine di costituire una rete di servizi che coinvolga attivamente le Istituzioni, la Chiesa e il mondo del Volontariato.

 

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