La Camera di Commercio di Catanzaro ha ospitato il 10° e ultimo seminario della Scuola di Liberalismo “Ludwig von Mises” 2014 – VI edizione di Catanzaro.
In tale occasione, si è svolta una tavola rotonda sul tema: “Aprire i mercati, limitare il potere: le sfide della globalizzazione”, alla quale sono intervenuti: Tullio Barni, ordinario dell’ateneo Magna Grecia, Gianfranco Macrì, dell’Università degli Studi di Salerno, Andrea Porciello, della medesima Università di Catanzaro, e Santo Viotti, avvocato del foro di Catanzaro.
I lavori sono stati introdotti da Sandro Scoppa, presidente della Fondazione organizzatrice e moderatore dell’incontro, il quale dopo aver delineato gli aspetti essenziali del tema scelto, ha evidenziato come la globalizzazione includa in sé il libero scambio non solo di beni e servizi, ma anche dei fattori di produzione, della conoscenza, della cultura, delle leggi e delle regole, ecc.
La sua crescente importanza può essere spiegata sia da fattori istituzionali (liberalizzazione multilaterale dello scambio, integrazione economica) che da fattori tecnologici, come ad esempio, lo sviluppo di internet.
Tale processo, ormai inarrestabile e irreversibile, riflette un insieme assai ampio di fenomeni, che sono strettamente connessi con le teorizzazioni del liberalismo classico. Esso impone di conseguenza l’apertura dei mercati e la limitazione delle sfere di intervento dello Stato, che non deve soddisfare i bisogni e deve svolgere unicamente una funzione di servizio nei confronti della libera cooperazione sociale.
Si è quindi svolto il dibattito, nel corso del quale i relatori hanno soprattutto sottolineato come l’Italia sia ancora un paese nel quale è diffusa una mentalità ostile al mercato e avversa alla globalizzazione, che predilige soluzioni facili ma inadeguate e dannose al dilagare dello statalismo.
Tra le principali cause di siffatta situazione, che si è progressivamente sviluppata nel tempo – hanno quindi rilevato i relatori – si rinvengono l’eccessivo peso assunto dal potere politico e dallo Stato, che ha pervaso ogni settore della vita economica e sociale, un apparato burocratico esteso e complesso, una tassazione ormai giunta ai limiti della confisca e un sistema giudiziario lento, costoso e inefficiente, che rappresenta una delle più gravi emergenze del Paese.
A fronte di ciò – hanno ancora sottolineato i medesimi relatori – non sono più procrastinabili profonde riforme strutturali, che abbiano il potenziale di rilanciare l’Italia e di riorientare in modo sistemico l’approccio alle questioni economiche.
Dette riforme devono necessariamente investire la politica e l’assetto istituzionale dello Stato e degli apparati pubblici; incidere sull’imposizione fiscale, che deve essere ridotta in modo considerevole, anche con la soppressione di molti tributi e semplificata e sulla giustizia, anche sviluppando i sistemi alternativi di risoluzione delle controversie e depubblicizzando alcuni servizi e attività.
La tavola rotonda, che è stata seguita da un pubblico numeroso e attento, ha segnato la conclusione del percorso formativo della sesta edizione della Scuola di Liberalismo “Ludwig von Mises”.
Il prossimo appuntamento è previsto per il 30 maggio 2014, con la cerimonia di premiazione e di assegnazione delle borse di studio. Per maggiori informazioni consultare il sito www.fondazionescoppa.it