Colpe antiche, e rinviamo le elezioni

Maria Virginia Rizzo poteva, senza infamia, agire da burocrate e gestire pigramente l’esistente; e, appena arrivata, dichiarare il dissesto. Sarebbe stata irreprensibile commissario prefettizio. Ha agito da soveratese, da soveratana, per amore di Soverato; si è battuta fino all’ultimo, ha perso con onore.
La Corte dei conti ha operato correttamente e severamente. Ah, se la Corte dei conti nazionale e locale avesse agito severamente e correttamente in tutti questi anni, ora non saremmo con il posteriore per terra come i falliti del Medioevo; e magari quella di Catanzaro ci direbbe come mai da Gagliato a Petrizzi c’è da un decennio una strada abbandonata alle erbacce e pagata da noi: eccetera. Ma la Corte dei conti è stata giusta e severa come Deioce, come Salomone, come Traiano.
Per Soverato non c’è stato alcun decreto salva Roma, nessuno ha speso una parola per Soverato, nessun deputato senatore consigliere presidente di qualcosa: ricordiamocene, amici di Soverato, quando verranno a chiedervi il voto.
La colpa… fermi, io non sono un grillino, e quando dico colpa intendo colpa politica, poco curandomi se Tizio o Caio hanno incassato qualcosa, se Mevio o Sempronio… del resto ho già detto e ripeto che, per quanto ne so, non ha rubato niente nessuno. Colpe politiche ne hanno tutti a iosa. Ma ora verranno da me tutti: Mevio, Caio, Sempronio, Tizio e altri, e ognuno, per esempio Tizio dirà che ho ragione e la colpa è di Mevio, Caio, Sempronio, ma non di lui, di Tizio, il quale… e mi ammorberà con ricordi delle sue delibere, dei suoi piani faraonici per prolungare la stagione, aprire università, tenere tornei interraziali di tiro al piattello… insomma fare di Soverato la Perla del Pacifico. Poi verrà Caio… poi verrà Mevio… poi verrà Sempronio… tutti saranno colpevoli tranne chi mi ammorberà di turno.
E invece la colpa è di tutti, anche mia che non sono mai stato manco consigliere comunale. Colpa di decenni di sopravvalutazione di Soverato, di convinzione che fosse N. York e Ibiza, e invece era solo Soverato, e la mazzata del dissesto sta a ricordarcelo.
E ora? E ora, chi lo sa? Intanto, aspettiamo le conseguenze sull’economia, sui tributi eccetera. Poi vediamo su quali Tizi e quali Cai cadranno le conseguenze personali, il che condizionerà le candidature e la stessa campagna elettorale… Mevio si potrà candidare? e Caio? O la prossima Giunta, se mai ce ne sarà una, cadrà dopo tre mesi?
Una proposta seria: rinviamo le elezioni. A quando? Sine die, fin quando non avremo almeno le idee chiare, e non saremo rinsaviti dalla perlite ionica e dai sogni di gloria, e decideremo come rimettere in sesto il paese dissestato. Dissestato per la forma, e ancor di più per i fatti.
Ma la legge… Ragazzi, in un paese cattolico vale il Vangelo: “Non è l’uomo per la legge, ma la legge per l’uomo”.

Ulderico Nisticò

 

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