Il giudice di pace a Chiaravalle resterà: è un bel successo per la città e per la sua Amministrazione, e una grande utilità per un ampio territorio, tra cui Soverato. La notizia, buona in sé, suggerisce interessanti riflessioni.
Chiaravalle ebbe per almeno due secoli la sua ragion d’essere nella “centralità” amministrativa, con uffici, pretura e le prime scuole superiori statali del Basso Ionio: i Licei Scientifici di Soverato e Serra nacquero come succursali di Chiaravalle. Poi alcune cose sono inevitabilmente cambiate: il tribunale non c’è più, l’ospedale sta subendo una radicale positiva trasformazione; le scuole superiori hanno recuperato l’autonomia che però rischiavano di perdere. Diciamo che Chiaravalle non cade nell’errore di difendere l’indifendibile, ma compie la scelta di governare i mutamenti e adeguarsi ai tempi.
Occorre ora un ripensamento generale del territorio, e qui entra in causa l’altro polo geografico, Soverato. Se, infatti, tutti ripetiamo che bisogna trovare l’interazione tra la costa e l’interno, proprio questa è la funzione dei tre centri importanti della Valle dell’Ancinale: Soverato, Chiaravalle e quella Serra S. Bruno che assurdamente è finita in provincia di Vibo V. mentre stava bene dov’era, e speriamo sia presto solo un incidente di percorso.
Occorre dunque distribuire oculatamente i diversi servizi: penso alla sanità, che dovrebbe costituire un sistema unico, con il Pronto Soccorso potenziato e riorganizzato di cui parla il nuovo primario Salatino, alcuni reparti di eccellenza e alle spalle la Casa della salute; al sistema dell’ordine pubblico, egregiamente assicurato dalla Compagnia CC, e, connesso, quello giudiziario, con la presenza assicurata del giudice di pace; all’integrazione dei sistemi scolastici; a forme di collaborazione che sono già pian piano in atto quali la cultura, il teatro, la comunicazione televisiva…
Bisogna integrare il sistema turistico, utilizzando come albergo diffuso le abitazioni di fatto abbandonate dei paesi interni.
Sarebbe utile una consulta dell’Ancinale: possibilmente non sfilata di politicanti e sagra della provola, ma un organismo consultivo serio e operativo.
Perché tutto questo e altro avvengano, occorre, guarda un po’, la strada, quella strombazzata strada, quella bufala di strada che ci viene millantata dal 1968, e ancora non c’è quasi nulla. Senza la strada, la conurbazione tra la costa e l’interno etc, sono parole al vento, comprese le mie.
Ulderico Nisticò