Si è svolta a Lamezia Terme una giornata di approfondimento sul progetto associato agli Obiettivi di Piano per la demenza, relativamente alle quote assegnate nel 2011, alla quale hanno partecipato il Direttore generale dell’Asp di Catanzaro, Dott. Gerardo Mancuso, il Dott. Giacomino Brancati, direttore del Dipartimento dell’area LEA dell’Assessorato regionale alla Salute e la Prof.ssa Amalia Bruni, responsabile del Centro Regionale di Neurogenetica, dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme.
Gli Obiettivi di Piano, da realizzare nei limiti e in coerenza con i programmati livelli di assistenza, sono finalizzati ad attuare la garanzia costituzionale del diritto alla salute e degli altri diritti sociali e civili in ambito sanitario. All’interno di tali obiettivi, ne vengono individuati alcuni considerati strategici e prioritari sui quali far convergere, in accordo con le Regioni, una quota vincolata del Fondo sanitario regionale, secondo quanto previsto dalla Legge 662/96 e dalla successiva Legge 133/2008.
Gli studi rivelano che le forme ereditarie di demenza geneticamente determinate sono molto più frequenti in Calabria rispetto ad altre regioni italiane. Nell’anno 2009, al fine di assicurare adeguate risposte a questa emergenza, la Direzione Strategica dell’Asp di Catanzaro ha deliberato la costituzione di un Gruppo Operativo Interdipartimentale Permanente (GOIP) sulla demenza, costituito da esperti del settore di diversa formazione professionale. Sono stati individuati gli obiettivi del progetto, i contenuti, la metodologia e le linee strategiche, ed è stato elaborato un percorso assistenziale declinabile in tutto il territorio dell’Asp di Catanzaro. Il Centro Regionale di Neurogenetica, dotato di supporti e tecnologie informatiche avanzate, di un laboratorio di genetica molecolare e di professionalità specializzate nella ricerca genealogica e informatica, ha coordinato il gruppo GOIP e costituisce il naturale punto di riferimento delle Unità di Valutazione Alzheimer (UVA) dislocate sul territorio calabrese.
Il progetto sul quale si è sviluppato l’incontro consiste nell’estendere alle altre Aziende sanitarie provinciali e Aziende ospedaliere della Calabria, dunque in tutta la regione, un modello organizzativo che ha come riferimento la trasposizione di quanto fatto nell’Asp di Catanzaro, con il progetto Obiettivi di Piano 2010. L’obiettivo principale è quello di migliorare i percorsi socio-assistenziali delle persone affette da demenza. Tale obiettivo può essere perseguibile attraverso una nuova organizzazione che preveda la trasformazione delle Unità di Valutazione Alzheimer in Centri di Valutazione Demenza (CVD) e la loro integrazione in una rete attraverso il coordinamento esercitato da un Gruppo Operativo Multidisciplinare, costituito da neurologo, geriatra, psichiatra, psicologo, assistente sociale. Il CVD, almeno uno per ogni distretto sanitario, rappresenta il punto di riferimento locale cui indirizzare la persona con sospetto declino delle funzioni cognitive. A tale struttura il paziente può giungere su indirizzo del Medico di Medicina generale o del Centro di Salute mentale o dell’Unità di valutazione multidimensionale.
Il CVD nasce, dunque, dall’evoluzione delle UVA e ne rappresenta la risultante della riqualificazione e del potenziamento. In questo modo si dovrebbe garantire una ottimizzazione delle risorse, un miglioramento della qualità delle prestazioni, una amplificazione delle risposte assistenziali.
Per il Dott. Mancuso il tema della giornata di studio, alla quale hanno partecipato i componenti di ogni singolo gruppo costituitosi nelle Aziende Sanitarie Provinciali e Aziende Ospedaliere calabresi, “nasce da una valutazione che l’Azienda ha fatto qualche tempo fa sulla base di considerazioni di ordine scientifico ma anche stimando l’impatto sulla popolazione della demenza, che in Calabria ha una prevalenza nell’ordine del 5%, seconda soltanto alle malattie cronico-degenerative e condivide il secondo posto insieme alle malattie cardiache e alle malattie metaboliche”. Il Direttore generale dell’Asp ha inoltre spiegato che “l’aspettativa di vita della popolazione delle società industrializzate è in continuo aumento, si dice che chi nasce oggi ha una aspettativa di vita di 100 anni e l’età è direttamente legata alla demenza, man mano che aumenta cresce anche l’incidenza della patologia”.
“E’ una giornata importantissima – ha affermato la Prof.ssa Bruni promotrice del progetto – perché oggi lanciamo gli Obiettivi di Piano per la demenza relativamente alla loro costruzione nell’ambito della Regione Calabria. La costituzione dei gruppi nelle Aziende sanitarie provinciali e nelle Aziende ospedaliere è finalizzata a creare una squadra che opera in tutta la regione, persone vogliose e motivate per camminare in un campo che fino ad ora è stato profondamente disattenzionato”. “Questo Piano – ha ancora affermato rivolgendosi ai presenti – riguardava solamente l’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, e adesso queste acquisizioni, queste conquiste reali che abbiamo ottenuto lavorando sull’ASP di Catanzaro, potranno essere ribaltate, con il vostro aiuto e soprattutto con il vostro interesse nell’ambito della regione intera”. “La demenza – ha spiegato la Prof.ssa Bruni – rappresenta l’esito di malattie diverse ad andamento progressivo che comportano, già in fase iniziale, deficit cognitivi e comportamentali. Nella sua evoluzione si associa ad un alto grado di compromissione funzionale con conseguenze significative non solo per il paziente ma anche per le famiglie, su cui grava un enorme carico assistenziale. Di fronte a malattie croniche e irreversibili, come le demenze, solo un giusto atteggiamento di iniziativa può consentire ai sistemi sanitari di mettere in atto provvedimenti mirati, finalizzati alla gestione del paziente nel suo complesso e di dare risposte alle famiglie nelle diverse fasi della malattia. La cura della persona, più che della malattia, diventa prioritaria: occorre contestualizzare l’assistenza in rapporto ad esigenze variabili nel tempo, assicurando risposte che solo un sistema duttile ed adeguatamente preparato può dare”.
Per il Dott. Brancati “dal punto di vista regionale è importante garantire il collegamento tra obiettivi di Piano e il programma operativo 2013/2015, elaborato con i sub commissari, un Piano sanitario per lo svolgimento di attività di recupero rimaste in sospeso con il Piano di rientro che in realtà prevede uno sviluppo a 360 gradi in diverse aree del servizio sanitario regionale, aree specialmente di maggior criticità nello svolgimento della rete, uno strumento che dirà come noi ci dobbiamo meglio organizzare per dare risposte ai cittadini che hanno diritto di usufruire dei livelli essenziali di assistenza”. “L’altra cosa importante – dice ancora il direttore del Dipartimento dell’area LEA – è quando i progetti, da attività di una singola unità operativa collocata in un’azienda, diventano progetti in rete, allargati alle realtà di altre aziende, sia per garantire l’equità di accesso ai servizi da parte di tutti i cittadini calabresi. “Questo del far rete – conclude Brancati – con tutti gli operatori e tutte le Aziende, diventa poi il vero meccanismo di innovazione nelle attività che si propongono, i progetti che si sperimentano nelle attività assistenziali sono quelli che funzionano con le attività in rete e che non sono poi oggetto di un attività solitaria, se pur lodevole dal punto di vista tecnico, scientifico, assistenziale.”