Slow Food Soverato – Le riflessioni sul nostro gemellaggio con gli amici piemontesi

Dopo gli interessanti comunicati che già sono usciti sulla stampa (v. ad esempio qui), ci piace esprimere ancora una volta il ringraziamento particolare di noi tutti per la mirabile regia di questi giorni in Piemonte, viaggio iniziato a Pollenzo con l’interessante visita all’UNISG (Università di scienze Gastronomiche).

Se l’obiettivo era quello di discutere della salvaguardia dei castagneti da frutto, in considerazione del ruolo sociale e culturale oltre che economico del castagno in Italia, crediamo che questo gemellaggio delle due condotte abbia dato a tutto Slow Food ed al Progetto “l’Appennino che verrà” un esempio concreto di come partendo dal basso si possa ritrovare la passione e la forza per promuovere le tante piccole realtà che sono l’ossatura del movimento e metterle in rete. La prima frase che ha detto Ettore Bozzolo vedendoci è stata: “grazie di essere venuti, lo avevate detto due anni fa ed avete mantenuto la promessa”.

L’accoglienza all’arrivo in aeroporto con Andrea e Fabio che ci aspettavano con i cartellini slow food ci ha fatto sentire tutta la spontaneità dell’accoglienza.

Il piccolo Convegno “Castagneti e Castagne d’Italia”, altro che piccolo, è stato un grande incontro a più voci con decine di testimonianze. Accogliendo il richiamo per il confronto ci sono state le esperienze dei territori di Piemonte, Calabria, Toscana, Liguria, Emilia Romagna. Infatti, presso la Sala del Centro Culturale “Mario Giovana” di Mombasiglio, sul tema “Castagneti e Castagne d’Italia” si sono confrontati Ettore Bozzolo della Comunità del Cibo “Custodi dei castagneti della Val Mongia”, Marisa Gigliotti e Vincenzina Scalzo della Comunità del Cibo “Castagne e Pastille di Serrastretta”, Franco Andreoni Comunità del Cibo “Castanicoltori della Provincia della Spezia”,Luigi Vezzalini “Associazione Nazionale Città del Castagno”, Luca Ghisolfo “responsabile Slow Food del Presidio della Castagna essicata nei tecci di Calizzano e Murialdo”. Ma i relatori dell’interessante convegno sono stati i giovani con le presentazioni della tesi di laurea in Etnologia sul castagno di Mattia Maruca (Facoltà di lettere e filosofia,Università della Calabria) e della tesi di laurea di Virginia Castiglione sul recupero di un essiccatoio (Facoltà di Architettura, Politecnico di Torino). E’ intervenuto anche Fabio Bertolucci, dalla Lunigiana per presentare il Presidio Slow Food della Marocca di Casola, tradizionale pane locale con la farina di castagne.

Il moderatore Enzo Errani ha tra l’altro fornito interessanti riflessioni sugli Statuti di Mombasiglio che riportano l’importanza economica e sociale e del castagno  fin dai tempi antichi.

Il castagneto unisce l’Italia tutta e la cura del castagneto di Ettore Bozzolo in Val Mongia, visitato dai soci delle due condotte durante una bella ciaspolata ha trasmesso ai partecipanti tutto l’amore per la terra in uno scenario magico con tanta neve e tante cataste di legna ai piedi degli alberi in un ordine meraviglioso a scacchiera.

Davvero straordinaria la testimonianza dei giovani Mattia Maruca e Virginia Castiglione che hanno saputo darci una ventata di positività con loro tesi di laurea sui castagneti.

Che dire: siamo in buone mani per il futuro!!

L’altro giovane esemplare è Andrea Blagetti il fiduciario della locale condotta che con la fidanzata, ha saputo affrontare questo appuntamento impegnativo, forse il primo dopo l’immatura scomparsa di Davide Ghirardi, con cui avevamo pensato dal 2012 questo incontro e che è stato sempre nei nostri cuori in questi quattro giorni. Incontrare i genitori di Davide, la moglie Silvia ed i figli ci ha commossi e ci ha fatto capire che le distanze chilometriche si annullano davanti ad emozioni di questa portata. Il carattere familiare di questo gemellaggio, ci ha consentito di conoscere i genitori di Andrea e della fidanzata Andrea. La squisita cupeta di Mondovì preparata per noi dal papà di Andrea ci ha lasciati di stucco e crediamo che il confronto con la nostra cupeta di Montepaone possa vantare un giudizio alla pari. E’ la magia della biodiversità e del valore identitario dei territori, come dire che non si può valutare una al primo posto e l’altra al secondo. Così per esempio per uno dei piatti della cena preparata da Paolo Pavarino e Delfino Maruca. Come si può giudicare se era migliore il brasato al Barolo o il filetto di maiale con le castagne. Sono piatti eccezionali e siamo contenti di averli assaggiati entrambi e nel bel contesto conviviale della serata.

Le visite alle aziende agricole dei Calanchi , della fattoria didattica Lisindrea (delle terre di mezzo come ci ricordava il proprietario), le soste a tavola con i soci della Val Mongia e con l’assaggio della “panissa” preparata dai piccoli chef di Bagnasco ci ha confermato ancora una volta l’importanza dei prodotti buoni, puliti e giusti senza rimpianti per gli chef stellati.

Da parte nostra abbiamo cercato di portare anche noi piccole testimonianze in questo clima di grande entusiasmo, con la presenza al convegno e a partire dalla spontanea partecipazione del nostro socio Salvatore Mantello che ha sfilato al carnevale di Mondovì con il costume di Giangurgolo (disegnato da Angela Fidone per questa maschera che rappresenta la Calabria). Anche la presentazione della Cupeta di Montepaone, preparata per noi da Francesco Castanò e dall’associazione Riviviamo Montepaone, degustata presso il bar storico “Comino”con la partecipazione della famiglia e della corte del Moro, ha avuto il significato di far conoscere  un prodotto singolare che ha la stessa matrice storica (I Mori/Saraceni) ma ha un sapore ed una forma tutti diversi da quella di Mondovì.

Ci siamo sentiti tutti ambasciatori della nostra terra e della nostra condotta e con questo spirito stiamo già pensando al prossimo incontro in Calabria ad Agosto, affinchè le energie non vadano disperse e perché cresca la voglia di sentirci in rete.

Ecco un bel collage-ricordo realizzato dal nostro segretario Carmelo Cuzzocrea.

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