Dopo una prima fase di esposti e battaglie legali, è arrivato il momento del confronto con cittadini e associazioni. Sabato 21 febbraio, sul terrazzo dell’hotel San Domenico, saremo tutti insieme per capire, confrontarsi e manifestare. E’ necessario che gli enti competenti prendano atto di una coscienza civica nuova: a fronte di tante vere emergenze primarie irrisolvibili per problemi economici, non possiamo permettere che si compia l’ennesimo scempio del territorio con denaro pubblico. Le conseguenze, se il progetto venisse realizzato, sarebbero devastanti: perderemmo il Parco Marino, istituito dalla stessa Regione per la straordinaria biodiversità che ospita, e l’area archeologica (da poco sottoposta a vincolo e con un progetto di percorso subacqueo in corso).
E devastante sarebbe l’impatto anche sul paesaggio che ancora conserva – nonostante tutto – una sua identità con la piccola baia e la sua “scarpina”.Di fatto, dal 1958 ad oggi, il tratto di costa interessato dal progetto non ha subito un’erosione apprezzabile all’interno del Parco Marino che già con i precedenti interventi ha subito alterazioni evidenti e scientificamente verificate alla flora ed alla fauna marina protetta. Gli specialisti interpellati consigliano caldamente di non eseguire nessun tipo di opera a mare, ma di intervenire a terra sulle aste fluviali e torrentizie.
Ed ecco cosa dice il presidente dell’Ordine regionale dei geologi, Francesco Fragale che, in una nota, auspica “la costituzione di un tavolo tecnico regionale che coinvolga, oltre ai tecnici degli enti competenti, anche le categorie professionali di settore”:
“Il fenomeno dell’erosione costiera in Calabria – sostiene Fragale – e’ un problema annoso sotto gli occhi di tutti, ben rappresentato nel Master Plan del Piano di Bacino regionale, strumento dinamico, utile soprattutto per la programmazione organica degli interventi. La complessità geologica della Calabria, origine di disparati ambienti morfologici che identificano il nostro paesaggio si riflette integralmente sulla caratterizzazione delle coste, quindi l’approfondita conoscenza della natura dinamica dei litorali e’ posta alla base di ogni valutazione progettuale e non puo’ certamente semplificarsi per limiti finanziari o temporali, avvallando con la necessaria ‘somma urgenza’ opere di incerta funzionalita’”.
Chiediamo ai cittadini, a tutte le associazioni e a tutte le forze politiche di partecipare.
E’ l’opportunità per confrontarsi e per capire, per unire le forze e chiedere progetti seri, ecocompatibili e rispettosi del paesaggio, della storia e dell’ambiente.
L’articolo 9 della Costituzione Italiana cita testualmente:
“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.”
Noi non chiediamo niente di diverso.
Partecipiamo perché ognuno di noi è parte integrante di questi luoghi e ognuno può e deve fare qualcosa per impedire questo “ecomostro”. Ognuno ha la sua piccola parte di responsabilità e avrà il suo momento di gloria quando potrà finalmente dire: c’ero anch’io, ce l’abbiamo fatta.
Il comitato “Salviamo la scarpina”
Pro Loco Soverato –– Almost Blue Dc – Gruppo Archeologico P. Orsi – C S C. OMICRON – ASD Thalassoma Diving – Marenostrum di Archeoclub d’Italia – Greenpeace – Legambiente Catanzaro – Slow Food Soverato Versante Jonico