Le legionellosi, o malattia del legionario è un’infezione polmonare causata dal batterio Legionella pneumophila, che non si trasmette da persona a persona, ma da flussi di aerosol e di acqua contaminata, come nel caso di ambienti condizionati o l’uso di umidificatori, spiega l’Istituto superiore di sanità in una scheda del Centro nazionale di epidemiologia.
Il batterio si riproduce soprattutto in ambienti umidi e tiepidi o riscaldati, come i sistemi di tubature, i condensatori, le colonne di raffreddamento dell’acqua. Sedimenti organici, ruggini, depositi di materiali sulle superfici dei sistemi di stoccaggio e distribuzione delle acque facilitano l’insediamento della legionella, che può manifestarsi in due forme, la malattia del legionario vera e propria, che frequentemente include una forma più acuta di polmonite, e la febbre Pontiac, una forma molto meno grave.
La legionellosi, spiega l’Iss, “pone un serio problema di salute pubblica, perché costituisce un elemento di rischio in tutte le situazioni in cui le persone sono riunite in uno stesso ambiente, come case di cura, ospedali, piscine e terme e altri luoghi pubblici, in cui è in funzione un sistema di condizionamento, umidificazione, trattamento dell’aria o ricircolarizzazione delle acque”.
Normalmente la legionellosi si manifesta con febbre, brividi, tosse secca o grassa. In qualche caso può dare anche dolori muscolari, mal di testa, stanchezza, perdita di appetito e, occasionalmente, diarrea. Nella forma febbrile minore, causa febbre e dolori muscolari ma non polmonite e i sintomi si riducono nel giro di pochi giorni. Come trattamento vengono usate terapie antibiotiche, ed è importante limitare la diffusione del batterio in ambienti a rischio, con il controllo frequente delle fonti d’acqua utilizzate, i sistemi di condizionamento, le tubature e i condensatori.