“Arte e femminismo in Italia”: ne discuterà oggi Raffaella Perna, esperta di arte contemporanea e storia della fotografia.
L’appuntamento, promosso dalla Fondazione Rocco Guglielmo, la Fondazione Mimmo Rotella ed il Rotary Club Catanzaro Tre Colli, si terrà alle ore 18 nella Casa della Memoria di Mimmo Rotella.
Non a caso, Raffaella Perna ha curato due pubblicazioni che riguardano il Maestro del décollage: “Mimmo Rotella. Reportages” (2010) e “Mimmo Rotella e la Galerie J” (2012).
Interverranno Rocco Guglielmo, presidente della Fondazione Rocco Guglielmo e della Fondazione Mimmo Rotella; Piero Mascitti della Fondazione Rotella; Felice Foresta, presidente Rotary Club Catanzaro Tre Colli, e l’onorevole Rita Commisso.
L’evento proporrà una riflessione sul rapporto tra arte e femminismo in Italia negli anni Settanta, a partire dalla pubblicazione di due recenti volumi che affrontano tale tematica: “Arte, fotografia e femminismo in Italia negli anni Settanta” di Raffaella Perna e “Il gesto femminista. La rivolta delle donne: nel corpo, nel lavoro, nell’arte” a cura di Perna e Ilaria Bussoni. Il primo libro, in particolare, si concentra sulle sperimentazioni delle numerose artiste femministe italiane che adottano la fotografia come strumento privilegiato per esprimere le istanze della corporeità e della sfera identitaria. Il secondo, invece, ha un taglio interdisciplinare: sociologhe, filosofe, storiche dell’arte, fotografe e militanti parlano del significato simbolico, culturale, politico ed estetico del “gesto femminista”.
Nel corso del dibattito verrà affrontata la difficile recezione dell’arte delle donne in Italia: l’incomprensione della critica, delle istituzioni e del mercato; la militanza e la scelta separatista, sfociata nella creazione di gruppi autogestiti, impegnati nell’organizzazione di mostre al femminile; il timore di alcune autrici di trovarsi ghettizzate, anche a causa di scelte siffatte. Si parlerà, soprattutto, della volontà delle artiste di inventare pratiche e canoni estetici alternativi, partendo da sè e dal proprio vissuto, per decostruire parole e immagini della cultura dominante: il desiderio, dunque, di ripensare l’arte a partire da uno sguardo sessuato sul mondo.