Governo Renzi, mobilità intercompartimentale, organici funzionali e PA: una grande occasione

Fabio Guarna

Fabio Guarna

Si fa un gran parlare della grande operazione di assunzione di 150.000 docenti promossa dal Governo Renzi e mentre si è in attesa di capire, come e dove saranno collocati i nuovi dipendenti, si trascura il fatto che questi ultimi assumeranno la condizione professionale di impiegati dello Stato, appartenenti a categorie specifiche (per la maggior parte equiparabili a quelle C e D). Un aspetto non irrilevante perchè il personale in questione, in quanto dipendente pubblico, potrebbe spostarsi dal compartimento scuola ad un altro del pubblico impiego. Lo strumento esiste ma è poco applicato ed è il cd istituto della mobilità del personale della scuola intercompartimentale che non è esclusivo dell’amministrazione scolastica e riguarda tutti i comparti, ma che una volta esaurita nel settore scuola l’operazione di stabilizzazione di 150.000 dipendenti a titolo definitivo potrebbe presentare molti aspetti interessanti. Infatti, messa da parte la circostanza che i docenti prossimi ad essere assunti sono e saranno indispensabili per dare un nuovo e definitivo assetto alla scuola del nuovo millennio, adeguandola a standard europei, si pensi ai TZR francese (Titulaires sur Zone de Remplacement), non è escluso che si venga a scoprire che una buona parte dei nuovi insegnanti siano in possesso di competenze spendibili anche in altri settori.

E’ il caso ad esempio di chi ha esercitato la professione forense ed adesso si trova innanzi la possibilità di essere assunto a tempo indeterminato nella scuola. Quel bravo professore che comincerà o continuerà a tempo indeterminato ad insegnare diritto e ad esercitare la professione forense non essendo incompatibile, non è detto che non sarebbe altrettanto capace di assumere la guida dell’ufficio legale di un ente pubblico. Per non dire, continuando con gli esempi, di coloro che durante gli anni di precariato hanno superato un concorso per il profilo di funzionario in un ente e potrebbero sistemarsi, con la mobilità, in posizioni apicali come quella di istruttori direttivi o a capo di un ufficio tecnico o contabile/finanziario di un ente locale. Gli esempi sarebbero tanti e impongono una riflessione che riguarda tutta la Pubblica Amministrazione, abbastanza avara sinora di attivare le cd procedure di mobilità intercompartimentale da una parte per ragioni tecnico/burocratiche e dall’altra per un atteggiamento tipicamente italiano di “corporativismo” più o meno accentuato in ogni comparto della PA. Vero è che, considerato l’inquadramento economico, uno spostamento dal comparto scuola ad un altro, sarebbe anche economicamente vantaggioso per l’amministrazione di arrivo, perchè è noto che nella PA gli stipendi del comparto scuola sono quelli genericamente più bassi e nelle operazioni di mobilità si mantiene quello dell’amministrazione di partenza. Pertanto gli organici funzionali saranno senz’altro una grande occasione per il comparto scuola: si provi ad immaginare le possibilità per un dirigente scolastico di avere uno staff al massimo dell’efficienza potendo contare su un organico funzionale in cui sia presente personale con qualifiche di avvocato, commercialista, ingegnere, funzionario amministrativo etc. Ma l’organico funzionale sarà una grande occasione anche per la PA tutta perchè è facile immaginare che in esso sarà assorbito personale che non ha soltanto qualifiche spendibili nel mondo della scuola e che una volta divenuto dipendente pubblico, arricchirà di risorse umane qualificate l’intera pubblica amministrazione. Quindi dopo le 150.000 assunzioni, sarebbe il caso che i ministri Giannini (pubblica istruzione) e Madia (funzione pubblica) comincino a lavorare maggiormente in sinergia.
Fabio Guarna (fonte: Tecnica della Scuola)
 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *