Scrive il Dott. Enrico Vaccaro a “RSalute di Repubblica del 11/06”:
«Dopo tre riforme sanitarie e venti (20) regionali, passando dalle Usi alle Asl, che continuano a spendere male e tanto, parlare di pessima gestione del Ssn non è casuale. L’organizzazione sanitaria evidenzia gap finanziari, organizzativi, lavorativi, professionali. Molti direttori generali credono di razionalizzare accorpando ospedali, dismettendo distretti, ridimensionando unità operative (UO), pagando i fornitori con ritardo (media 580 gg.). Ma i 660.000 operatori degli ospedali continuano ad offrire ai pazienti un libero sorriso. Pazienti che la cultura aziendale percepisce come “costi”. Lei definisce errore aver affidato la gestione della sanità alle Regioni e alla locale classe politica. Non ha tutti i torti. Secondo lei chi viene nominato alla guida di una Asl o alla direzione di una UO è consapevole che deve garantire il diritto alla salute?».
Così dovrebbe essere secondo la Costituzione, ma sta diventando come il diritto al lavoro, sancito sin dall’articolo primo ma ormai una chimera per chi lo cerca.