Nella serata dello scorso 19 settembre, Sante Guido e Giuseppe Mantella ci hanno dimostrato che c’è ancora tanto da fare sullo straordinario gruppo marmoreo della Pietà che abbiamo la fortuna di POSSEDERE a Soverato ma PURTROPPO che giace… nell’ombra…, senza la dovuta attenzione da parte DEI SOVERATESI, DELL’AMMINSTRAZIONE COMUNALE e dei tanti turisti che, per mancanza d’informazione non hanno la possibilità di poterla fruire.
E’ stato dimostrato che, dopo tanti anni dalla pubblicazione di Domenico Pisani del 1995, le attuali tecnologie consentono nuove indagini scientifiche che possono aprire nuovi scenari a supporto della storia dell’arte, della storia di questa scultura e della storia di Soverato.
Altro ancora si potrebbe conoscere attingendo agli archivi: mancano infatti i documenti che potrebbero spiegare quando Antonello Gagini dipinse la sua opera che, come sappiamo dai documenti editi, era stata commissionata di colore bianco.
Mancano i pezzi del gruppomarmoreo che dopo i danni del terremoto del 1783 sono stati reintegrati durante il restauro dall’Opificio delle Pietre dure di Firenze: chissà, qualcuno potrebbe aver preso qualche importante frammento come “souvenir” e potrebbe adesso decidere di consegnarlo, anche in forma anonima.
Manca la giusta valorizzazione di una statua che rappresenta un simbolo importante della cristianità ma anche un simbolo della nostra città; sicuramente gioverebbe spostarla sulla navata sinistra della chiesa.
Ciò renderebbe giustizia aun’opera d’arte che acquisterebbe un altro significato e un’altra importanza sia dal punto di vista religioso che sotto l’aspetto artistico e storico invece che essere mortificata in un angusto spazio com’è adesso.
E allora che fare? E’ importante non fermarsi e andare avanti ma ciò è possibile solo se siamo intanti a volerlo ACCANTO a don Giorgio Pascolo, lo straordinario parroco chetanto si batte per la rivalutazione della meravigliosa scultura.
E’ stato dimostrato quanto si possa fare con la collaborazione e con l’impegno, talvolta anche a costo zero. Ognuno di noi può contribuire a fare la sua piccola parte di divulgazione.
All’amministrazione comunale chiediamo:
informazione prima di tutto e poi, di guardare avanti in questa prospettiva di miglioramento;
chiediamo tutela e valorizzazione dei nostri Beni culturali,
chiediamo di essere “usati” come braccio armato per la valorizzazione del nostro patrimonio e chiediamocoinvolgimento e attenzione.
Noi ci siamo e ci saremo, con l’aiuto del sindaco Ernesto Alecci, dell’assessore alla Cultura Vittorio Sica, affianco al parroco Don Giorgio facciamo della pieta di Gagini il simbolo di una città che sa rinascere dalle difficoltà di una durissima crisi economica.
Facciamo della Pieta il punto di partenza del rinascimento di Soverato.
Gruppo archeologico Paolo Orsi