Ecco il docufilm “Bomb – Burning Fantasy” ispirato alla figura di Gregory Corso

Nick Mancuso

Nick Mancuso

Gregory Corso è stato uno dei grandi protagonisti della Beat Generation, della corrente di poeti che negli anni Sessanta e Settanta ha caratterizzato in maniera innovativa e ricca di folgorazioni la scena letteraria degli Stati Uniti.

Gregory Corso è stato più volte in Italia, e segnatamente in Calabria.

Tutt’altro che poetici i natali: i genitori non erano due bohèmienne, ma due adolescenti dell’Italia meridionale (calabrese il padre, abruzzese la madre) di diciassette e sedici anni, che si lasciarono sei mesi dopo la nascita del poeta.

Le conseguenze sono state una vita condotta ai limiti dell’emarginazione, ma vissuta sempre attraverso un comportamento pacato e razionale, pur impregnata di affermazioni paradossali e di uno sguardo visionario capace di tradurre il suo mondo in parole in Corso… in Poesia.

Ma Corso è sempre imprevedibile e quasi impossibile da classificare: è fantasia in fiamme.

Il docufilm “Bomb – Burning Fantasy” racconta alcuni momenti salienti e significativi della vita del poeta Gregory Corso: un personaggio dalla vita travagliata, difficile e contrastata, eppure illuminata, nel buio profondo in cui è spesso caduto, dalla Luce della sua Poesia.

Verrà presentato in prima mondiale alla Festa delle Invasioni di Cosenza.

Gregory Corso è interpretato dall’attore italo(calabro)-americano Nick Mancuso, con la partecipazione amichevole di Ray Abruzzo, Elisabetta Pozzi e John Savage.

Con Lavinia Mochi, Lucia Cristofaro, Maria T. D’Agostino,

Le musiche originali sono di Aldo Ferrara, Francesco Leone, Arco Parentela e con le musiche di Daniele D’Angelo, Roul Colosimo e i Nimby.

Le scenografie digitali e animazione 3D di Roberto Stranges, che vive e opera a Locri. L’ingegnere del suono del doppiaggio è Jo Mancuso (ADR Recording Engineer). Operatore: Nick Zavaglia. Produzione esecutiva: ScarFord produzioni.

Il soggetto è di Giovanni Scarfò; la sceneggiatura di Giovanni Scarfò, Nick Mancuso, Matteo Scarfò.

 

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