Davoli Borgo, Piazza Gori, 16 agosto 2014 ore 21.30
I risultati dell’indagine Istat “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari”, presentati al Ministero della Salute il 10 luglio 2014 e condotta tra il 2012 e il 2013 offrono un contributo per comprendere come, in un periodo di congiuntura economica sfavorevole, siano cambiate le condizioni di salute, si siano modificate le modalità di accesso ai servizi sanitari, i comportamenti di tutela della salute e in che misura persistano i differenziali regionali o socio-economici già registrati in passato.
L’indagine ha interessato circa 120.000 persone rappresentative della popolazione residente in ogni singola regione e fornisce una serie di stime per i principali indicatori fondamentali per la definizione delle politiche di prevenzione e di assistenza sanitaria dei prossimi anni.
Concordemente a tutte le previsioni, quella italiana è una popolazione che invecchia, in cui le patologie croniche sono sempre più diffuse ed aumentano quelle su base neurodegenerativa.
La Malattia di Parkinson è una malattia neurodegenerativa caratterizzata da un disturbo progressivo e cronico, riguardante principalmente il controllo dei movimenti e l’equilibrio. L’età media di comparsa dei sintomi è intorno ai 60 anni, ma il 5% dei pazienti può presentare una forma ad esordio precoce, con esordio prima dei 50 anni.
Secondo studi epidemiologici condotti in Europa e negli Usa, la malattia colpisce le persone di sesso maschile con una frequenza 1,5-2 volte superiore rispetto alle donne.
Il Parkinson interessa alcune aree profonde del cervello, i gangli della base (nuclei caudato, putamen e pallido), strutture nervose molto importanti per la corretta esecuzione dei movimenti.
I sintomi si manifestano con la perdita di oltre il 60% delle cellule nervose produttrici di dopamina della cosiddetta “sostanza nera” che si trova in queste aree; questo determina una riduzione nel cervello dei livelli di dopamina, un importante neurotrasmettitore che gioca un ruolo centrale nella regolazione dei movimenti.
Si stima che in Italia le persone affette da Parkinson siano circa 230.000; la prevalenza della malattia è pari all’1-2% della popolazione sopra i 60 anni e al 3-5% della popolazione sopra gli 85 anni. Sulla base di questi dati, considerando che la popolazione sopra i 65 anni rappresenta il 20% della popolazione generale si può calcolare che in un piccolo paesino come Davoli (CZ), su una popolazione di 5480 residenti ci siano oggi circa 20 pazienti affetti dalla malattia di Parkinson.
Tornando all’indagine Istat, si stima che siano oltre 3 milioni le persone con limitazioni funzionali, comprese quelle ascrivibili al morbo di Parkinson, di cui oltre l’80% anziani e i due terzi donne, benchè sia stato anche rilevato che questa popolazione è in continua diminuzione (dal 6,1% nel 2000 al 5,5 % nel 2013). Purtroppo, però, nel Sud e nelle Isole la quota si mantiene significativamente più elevata rispetto alle altre aree territoriali e le famiglie con almeno una persona con limitazioni funzionali sono l’11%; di queste, meno del 20% riceve assistenza domiciliare pubblica. Considerando anche quelle che suppliscono a tale carenze ricorrendo a servizi privati a pagamento, rimane comunque più del 70 % che non usufruisce di alcun tipo di assistenza domiciliare, né privata né pubblica. Sulla base di tali dati è ragionevole ipotizzare che nel paesino di Davoli almeno 14 dei circa 20 pazienti affetti da malattia di Parkinson non ricevono adeguata assistenza domiciliare. Ciò incide negativamente sull’autonomia e mobilità dei pazienti con conseguenze peggiorative della loro qualità ed attesa di vita e sulle risorse psicofisiche e finanziarie delle famiglie.
Infine, è interessante notare come l’indagine Istat abbia documentato un dimezzamento del consumo di rimedi alternativi come, per esempio, i prodotti omeopatici che potrebbe essere giustificato dalla congiuntura economica sfavorevole ma potrebbe anche indicare una maggiore fiducia verso farmaci di efficacia e sicurezza dimostrata sulla base dell’evidenza clinica metodologicamente rigorosa, esattamente come quelli per la cura del morbo di Parkinson.
Queste considerazioni sono alla base dell’organizzazione dell’incontro con esperti di rango nazionale ed internazionale perché i cittadini, prendendo spunto dal film “Risvegli” tratto dal libro di Oliver Sachs, con Robin Williams e Robert De Niro, unitamente ad un breve atto teatrale in cui un nonno spiega ad una nipotina i sintomi della sua malattia, possano essere informati sulle novità emergenti dalla ricerca eziopatogenetica e farmacologica e sui percorsi diagnostico-terapeutici e riabilitativi offerti dal servizio sanitario della Regione Calabria.
Giacinto Bagetta, MD
Ordinario di Farmacologia
Università della Calabria