Progetto Naturium, uno stimolo culturale per le ricerche su salute e benessere

Proposta di Giovanni Sgrò: in Calabria un polo scientifico centrato sui rimedi naturali
ricerca1Uno stimolo per la ricerca. Il progetto culturale “Naturium” vuole essere anche e soprattutto questo. Lo afferma a chiare note Giovanni Sgrò, ideatore del fortunato marchio che racchiude, in una sola parola, i concetti chiave di benessere, cibo e natura uniti alla millenaria storia della nostra regione. Del resto “Naturium”, non a caso, riecheggia in rima il “Vivarium” cassiodoreo. Ma come aiutare il complicato mondo della scienza nel suo cammino verso la sperimentazione di nuove e più efficaci azioni mirate per la salute dell’uomo? Il pensiero di Sgrò è molto diretto. “Esistono – sottolinea – decine di casi, nel mondo, in cui le applicazioni di particolari diete vegetariane o rimedi cosiddetti naturopatici, oggi studiate soprattutto dalla Nutraceutica e dalla Nutrigenomica, pare abbiano addirittura superato, nella guarigione da ben determinate patologie, i risultati raggiunti dalla medicina convenzionale. Parlarne, sempre in termini di rigorosa e serena obiettività, non guasta. Anzi, proprio un ragionamento a vasto raggio su queste vicende potrebbe essere l’occasione giusta per aprire orizzonti nuovi in termini di ricerca, nel nostro Paese”. “Esistono in Italia – spiega Sgrò – poli d’eccellenza che potrebbero diventare delle punte di diamante su questo terreno. Stesso dicasi per le nostre università calabresi. Perché non pensare a una progettualità di questo tipo, proprio nella terra che ha avuto l’onore di ospitare il primo vegetariano illustre della filosofia antica, ovvero Pitagora? Noi non vogliamo sostituirci ai medici e agli scienziati. Noi crediamo nel loro lavoro e pensiamo che il confronto, il dibattito, le iniziative di carattere divulgativo e culturale, possano aiutarli ad abbattere routine consolidate che, magari, spingono a chiudere la ricerca in ambiti angusti e fin troppo vincolati ai dettami dell’industria farmaceutica globalizzata”. Ma secondo Giovanni Sgrò bisogna fare attenzione: “Qui non si tratta di partire, lancia in resta, contro questa o quella multinazionale. L’invito è puramente rivolto al dialogo tra soggetti che, da diversi punti di osservazione, mirano tutti allo stesso risultato: la salute e il benessere dell’umanità”. “Insomma – conclude Sgrò – non si tratta di trovare formule o pillole magiche, ma di testare con metodo scientifico casi come quello del signor Antonio Diaco, ad esempio, che nella dieta vegana e alcalina del dottor Robert Young pare abbia trovato un ottimo aiuto per guarire dal cancro. E’ vero? Non è vero? Noi poniamo la domanda. Alla scienza il compito di indagare e di dare risposte, ma senza preconcetti e filtri mentali”.
 

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