Dal Perù agli Usa, quelle strane guarigioni che scuotono la ricerca scientifica

Intenso e partecipato l’appuntamento di “Naturium” dedicato alle nuove frontiere della Nutraceutica e della Nutrigenomica

diaco1 (1)Intenso e partecipato l’appuntamento di “Naturium” dedicato alle nuove frontiere della Nutraceutica e della Nutrigenomica. L’evento, organizzato da Giovanni Sgrò presso la sala convegni del Centro commerciale “Marconi” di Rende, ha confermato le attese della vigilia. In centinaia hanno ascoltato con viva attenzione la relazione introduttiva del dottor Francesco Garritano, nutrizionista, che, con prudenza, serietà scientifica ma intelligente apertura mentale, ha descritto per accenni il tema dell’iniziativa, citando dati e commenti tratti dalle più importanti riviste specialistiche mondiali, nella consapevolezza sempre lucida di dover toccare argomenti a volte sospesi su una delicata linea di confine. Insomma, a scanso di equivoci è stato subito chiarito ed esplicitato un punto fondamentale: mai diffondere e generare false speranze tra chi è costretto a lottare con gravi e incurabili patologie. E però obbligo di chi lavora e ricerca in campo medico anche quello di guardarsi intorno senza schemi prefissati e studiare, indagare oltre i dogmi e i protocolli consolidati. E’ questo lo spirito che anima l’evoluzione scientifica, in Occidente, da secoli. diaco2Pertanto, proprio in quest’ottica, le successive testimonianze sono state portate da chi ha avuto esperienza personale e diretta con la guarigione da particolari tipi di malattie (distrofia, autismo, cancro), sperimentando canali “non convenzionali” o, comunque, ancora soggetti ad analisi critica da parte del mondo accademico ufficiale. Il signor Piero Guzzo, ad esempio, ha incentrato il suo intervento sui metodi naturopatici di reversione genetica che fanno capo alle ricerche condotte da Simeon Nimer, in Perù. Egli stesso si è recato in Sud America seguendo, passo passo, le indicazioni curative di Nimer, fatte di bagni di vapore, una alimentazione mirata, speciali impacchi a base di erbe. Una vicenda raccontata da Guzzo anche attraverso l’esposizione di foto e ricordi di quella sua straordinaria avventura. Il signor Antonio Diaco, il cui caso, dopo un reportage recentemente trasmesso da Italia 1, è ormai diventato la bandiera del mondo Vegan nel nostro Paese, si è, invece, soffermato sulle terapie del dottor Robert Young, naturopata, microbiologo e nutrizionista americano. Un incontro che ha “cambiato la vita” al signor Diaco. Young, famoso per i suoi studi sulla dieta alcalina, è un fervente sostenitore della guarigione olistica attraverso uno stile di vita che promuove il fattore ph. Diaco ha abbracciato senza indugi i dettami di questa dieta alcalina, vegana e crudista, manifestando, in pochi mesi, una salute pienamente ritrovata. Le due importanti testimonianze sono state, costantemente, riallacciate dagli organizzatori al bisogno di un sempre maggiore e più rigoroso approfondimento da parte delle autorità scientifiche, pur nella consapevolezza che già nel 1931 lo scienziato tedesco Otto Heinrich Warburg conquistava il premio Nobel dopo aver spiegato che il cancro altro non sarebbe se non un meccanismo di difesa innescato da alcune cellule del corpo per sopravvivere in un ambiente acido e privo di ossigeno. In sintesi, scriveva Warburg quasi un secolo fa, le cellule sane, per mantenersi tali, devono vivere in un ambiente ossigenato e alcalino che consenta il loro normale funzionamento. Traducendo, sicuramente non si sbaglia mai scegliendo una corretta alimentazione, il più possibile naturale e non sofisticata, e conducendo un corretto stile di vita, equilibrato e non sedentario.
 

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