18 giugno… il mio unico pensiero stasera è rivolto ai miei ragazzi dell’ITC Magellano di Acilia-Roma che tra qualche ora sosterranno la prima prova di maturità. 18 giugno, tempo di bilanci di un anno che è stato anche per me una lunga prova di maturità. Un anno intensissimo e straordinario. Come tutti quelli della vita. D’altronde, pur sforzandomi, non riesco a trovare un percorso di 365 giorni che non sia tremendamente carico di eventi, di vitalismo positivo. Sarà che vivo tutto con un mood eccessivamente cinematografico/romanzesco, ma …cavolo… la vita è proprio un’opera epica degna del mio amico Omero, o Virgilio, per restare su lidi laziali! Quante volte ci rivediamo nelle Muse ispiratrici di chissà quali poeti/cantanti, quante volte in quel tallone di Achille che ci rende vulnerabili e fragili, quante altre in quel suo scudo trionfante e indomabile… quante altre gli Enea, leggendari fondatori della nostra personale capitale dell’anima. Ma io preferisco sempre lei, Didone, la regina fiera e volitiva, passionale e struggente, a uno sbadigliante e vigliacco Enea. Ma questa è un’altra storia (in attesa di una Didoneide che le renda giustizia).
Notte prima degli esami… Quei dubbi esagitati, le paure e le ansie scalmanate che i miei ragazzi stanno vivendo in queste ore (e già da diversi giorni in verità) si uniscono alla mia emozione per loro. Sta diventando febbrile da una settimana ormai: canticchio ovunque – bus, metro, doccia, musei etc. – quella che per generazioni e generazioni di 18enni e 19enni italiani è la colonna sonora di questa notte… “Io mi ricordo quattro ragazzi con la chitarra e un pianoforte sulla spalla”… che poi sul come si faccia a portare un pianoforte sulla spalla rimane per me sempre un mistero amletico, ma euforizzante! Ma “questa notte è ancora nostra”…e poiché “la matematica non sarà mai il mio mestiere”, sono sicura che tutto andrà al meglio. Da giorni non so come fare del mio meglio per dare loro più del mio massimo. Tototracce, intuizioni e addirittura sogni e presagi su possibili e inverosimili consegne che il Ministero può inventarsi quest’anno. Febbrili messaggiate su saggi, temi e autori. Tanto “manco al classico hanno fatto ‘r programma nostro!”. E via con Grande bellezza, 100 anni prima guerra mondiale, 10 anni di fb, due papi, due papi santi, Margherita Hack, Pirandello, D’Annunzio e così via…
Questi saggi, questi articoli di giornale, questi temi saranno molto probabilmente per loro, i miei ragazzi, gli ultimi elaborati scritti della loro vita, dato che molti non andranno all’università, e anche chi ci andrà si troverà nuovamente a scrivere solo in occasione della tesi. Sento il peso di una responsabilità grandissima sul loro futuro di uomini, donne, cittadini: quella di essere stato un formatore. Sento il senso nobile e profondo del dovere e l’amore viscerale per un’istituzione che è l’ultima fucina di libertà rimastaci: la scuola. Laboratorio di creatività, cultura, conoscenza, civiltà. Punto focale troppo spesso, ahinoi, di un sistema educativo blando e permissivo che parte dalle famiglie e trova massima attuazione proprio in quello che dovrebbe essere, al contrario, il baluardo della formazione civica, ma che diviene, invece, l’officina di quel modo di fare “all’italiana”, corrotto e giustificazionista nei confronti di quelle infrazioni che, definendole ‘ragazzate’, rappresentano il lasciapassare per un sistema in disfacimento a tutti i livelli. Tuttavia conoscendo ci rendiamo liberi e proprio perchè, come dico sempre, noi siamo i migliori e se facciamo bene dobbiamo fare meglio, sono straconvinta che ognuno di loro domani abbia qualcosa da dire e da argomentare sulle tracce della prima prova che verrà loro consegnata. Mi daranno tante soddisfazioni, come hanno fatto durante l’anno.
Domani (oggi oramai) la prima prova di Italiano…quella che non si scorderà mai per tutta la vita. Auguro ai miei ragazzi l’adrenalina che li aiuterà a dare il massimo, la passione, il piglio critico e la personalità con cui hanno seguito le nostre tante lezioni di letteratura e storia…
Io…beh… io canto le stesse sensazioni di 11 anni fa…giugno 2003, ma dall’altra parte della barricata. Mi limito a sentire le emozioni che mi travolgono come uno tsunami. No, non dominerò questi sentimenti. Me li vivo visceralmente come un privilegio sublime. Sentirmi chiamare “prof” mi emoziona ogni singola volta. E’ quel tonfo allo stomaco da innamoramento. Cerco di avere cura degli allievi sempre e di questo mestiere così nobile.
Ah, la tanto discussa notte prima degli esami. Dovrebbero metterci un copyright; ogni volta che la pronuncio genera in me commozione. fibrillazione ormonale. Chi me lo doveva dire che l’avrei rivissuta così intensamente? Da attrice non protagonista questa volta. La vedo da fuori, ma la vivo da dentro.
So che sono quasi tutti assieme, i miei maturandi. Mi mandano selfie all’una di notte. Sono a ripetere (o a berci su!), a darsi man forte e a concludere riti propiziatori, a fare propria ogni parte del testo della canzone di Venditti…
La valutazione sulle prestazioni di domani non sarà il prodotto finale della prova, ma la misurazione della capacità di ciascuno di essi di affrontare momenti di difficoltà. Il primo vero esame della loro vita. Col senno di poi, magari tra dieci anni, riguarderanno con occhi lucidi come i miei il momento epico che stanno per vivere. Mi sento fortunata. So che sono impauriti, terrorizzati…altri invece ‘sciallissimi’… Il bombardamento di messaggi che mi ha martellato il cellulare mi ha fatta teneramente tornare indietro di 11 anni con il peso di una maturità che credevo già archiviata e che invece sento così straordinariamente vicina.
Se mai mi leggeranno, vorrei dir loro di non avere paura per le prove; anzi sì, la paura è la premessa del coraggio. il coraggio di prendere coscienza e dimensione dei propri mezzi, dello slancio e della passione di farcela. Come mi piaceva scrivere nelle consegne dei compiti: “tutti avete le capacità. trovate il piacere di riuscirci!”
Sarò con voi sempre. Da qui a qualche giorno il tempo correrà ogni giorno come i velocisti i 100 metri. qualsiasi vostra decisione sarà vitale da domani in poi, sarà quel principio del nesso causa-effetto della processualità di quelle micro-storie che sono le loro vite.
Grazie a tutti per avermi fatto parte del vostro sentire fresco e giovane.
In bocca al lupo, a voi e a tutti i maturandi d’Italia!
La vostra non ancora trentenne prof. Francesca Labonia