Il quarto evento “Naturium” a Soverato ha colpito le corde del cuore
L’interpretazione sensibile e raffinata del flauto solista Roberta Zirilli, i delicati fraseggi di Giorgio Michele De Giorgio al violoncello, le armonie estasianti e, a tratti, commoventi di Annalisa Critelli al piano, i ritmi coinvolgenti di Marco Cantafio alle percussioni. Puntuale, brillante, il quarto aperitivo culturale di “Naturium”, a Soverato, ha colpito le corde del cuore, esibendo un emozionante intreccio di pensiero: musica, filosofia, antroposofia. A fare da sfondo all’iniziativa promossa da Giovanni Sgrò, il magico spettacolo del mare, del cielo, della natura. In tanti hanno risposto al richiamo della serata, affollando un’area turistica tradizionalmente nota per la bellezza e il fascino della caratteristica insenatura che si spinge oltre i confini a nord della città “Perla dello Jonio”, lungo la foce del Beltrame e, più in là, verso la vicina Montepaone. Tra gli ospiti in platea: il sindaco di Soverato, Ernesto Alecci; l’assessore comunale alla Cultura, Vittorio Sica; il presidente della Fondazione Gutenberg, Dino Vitale; il direttore artistico di Armonie d’Arte Festival, Chiara Giordano. Ha introdotto i lavori il giornalista e dottore in Filosofia Francesco Pungitore, relazionando sul tema: “Anima, musica e filosofia”. Pungitore ha parlato del progetto “Naturium” come di un tentativo tanto coraggioso, quanto concreto, di riportare la filosofia tra le gente, proponendo “una filosofia comprensibile, una filosofia che vivifica il pensiero rimettendolo in movimento, una filosofia che guarda alla vita e all’esperienza quotidiana degli uomini”. Francesco Pungitore si è poi riallacciato alle dottrine di Platone e soprattutto di Pitagora, “il filosofo nativo di Samo che raggiunse l’apogeo della sua vita intorno al 531 a. C. proprio di fronte a questo mare, tra Crotone, Locri, Taranto e Metaponto”, spiegando il continuo tentativo dei Pitagorici di connettere scienza musicale e matematica, il loro insistere su determinate combinazioni di suoni, tanto da ipotizzare che esistesse, per loro, una stretta coincidenza tra realtà, numero e musica. “La matematicità del reale è anche la musicalità del reale?” si è chiesto Pungitore prima di cedere il microfono all’antroposofo e musicista Fabio Antonio Apicella. Quest’ultimo ha aperto il suo intervento ricordando, per brevi accenni, la figura di Rudolf Steiner, fondatore dell’Antroposofia, per poi tuffarsi nell’approfondito racconto della musica in senso antroposofico: “La sostanza madre del Paradiso, che, pur non essendo caduta nella materia, è stata comunque lasciata alla portata dei nostri sensi affinché possa redimerli, possa essere loro da Strumento di trasporto fin là, dove è iniziata: il Principio”. “Ecco perché – ha spiegato Apicella – nella musica l’uomo realizza naturalmente ciò che invece deve compiere con sforzo innaturale nel pensare: cogliere la luce dell’entità pensiero prima che il proprio cervello la afferri e la svuoti di luce!”. “Il musicista in tal senso – ha continuato – deve imparare ad ascoltarsi dall’esterno e sentirsi cantato come se fosse un altro a cantarlo: come se il proprio organismo fosse solo lo strumento del suono originario, vivente e risonante in ogni nota del proprio corpo eterico”. “Dobbiamo guardare negli occhi il suono – ha concluso l’antroposofo Fabio Apicella – sentirne la forma e vedere la via da cui proviene e nella quale vuole ricondurci. Il suono è l’anima dell’idea e l’archetipo della parola. Lo spirito del suono dal passato soffia sull’uomo risvegliato, lo accarezza con la sua rapida ala per dileguarsi nel futuro. Sepolta nella tomba della materia, l’energia spirituale dell’uomo oggi si agita, si risveglia e cerca la sua strada dentro l’uomo stesso”. La conferenza ha, così, raggiunto il proprio apice nel commento musicale di Roberta Zirilli (flauto), Giorgio Michele De Giorgio (violoncello), Marco Cantafio (percussioni) e Annalisa Critelli (pianista e cantante), meravigliosi interpreti di un evento culturale che ha lasciato un segno profondo nell’interiorità conoscitiva più spirituale e sottile degli ascoltatori. La bella serata si è conclusa con una squisita degustazione vegana e un concerto jazz del trio Sergio Sinopoli, Giulio Oliverio, Maurizio Mirabelli, che hanno reso ancora più piacevoli i successivi momenti di dialogo e commento da parte dei presenti.