“La ‘ndrangheta mi ha minacciato di morte a causa di una canzone in cui prendevo di mira la criminalità … E’ successo tempo fa, mentre mi trovavo in Calabria: mi arrivò una lettera anonima dove c’era scritto che ‘gli amici degli amici degli amici non erano contenti’. Sono scappato subito”. Con queste parole, rilasciate ad un blog musicale, il cantante Piero Pelù, ha denunciato di aver subito una intimidazione da parte della consorteria a causa, sempre a suo dire, di “… una canzone, Fiorirà, che parlava dell’impegno dei ragazzi di Locri, comune vicino a Reggio Calabria, contro la criminalità organizzata”. “Era una canzone impegnata e poetica che, evidentemente – prosegue Pelù nell’intervista – dette noia a qualcuno: infatti, tempo dopo, arrivò la lettera. C’erano minacce molto pesanti, c’era scritto che mi avrebbero mandato un ‘bacio di piombo’. Ero in ferie con la mia compagna e mia figlia. Ovviamente denunciai il fatto ai carabinieri”.
“Dopo essere fuggito dalla Calabria – continua il racconto del cantante dei Litfiba – andai a trovare i miei genitori. Passò qualche giorno e mio padre ebbe un infarto: ero lì con lui quando arrivò l’ambulanza, ma non voleva salire sulla barella. Così lo presi di peso e ce lo misi io sulla barella. Il giorno seguente lo operarono e gli salvarono la vita. E io ero lì, con lui e mamma solo perché – conclude Pelù – ero fuggito dalla Calabria dopo essere stato minacciato dalla ‘ndrangheta”.